AI: l’intelligenza artificiale sbarca su Snapchat e porta più di un problema. Gli utenti si ribellano e scoppia la polemica social
L’AI, Intelligenza Artificiale, ha cambiato il nostro modo di vedere le cose. Mentre prima la tecnologia era qualcosa di meramente artificiale, che non potevamo plasmare e con cui era impossibile instaurare un dialogo, oggi tutto è cambiato. I computer hanno cominciato a parlare la nostra lingua e dove possibile, hanno iniziato i installare con noi un vero e proprio dialogo. Una delle app più amate prese di mira: cosa succede.
Quante volte anche tu ti sei divertito a fare lunghe chiacchierate con Alexa, divertito dalle sue risposte? Ecco, forse non lo sai, ma anche quella è intelligenza artificiale. Insegnare alle macchine la nostra lingua e i nostri modi di ragionare, potrebbe portarci ad una soluzione facile per molte cose della vita. Come abbiamo visto negli ultimi giorni però, utilizzare le AI come mera sostituzione del lavoro umano può portare dei problemi abbastanza seri. Lo ha dimostrato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la traduzione del progetto del Ministero del Turismo: certe cose, non possono per niente essere automatizzate.
Snapchat: l’AI pericolosa per i ragazzini
L’utilizzo dell’ AI può diventare anche rischioso, quando è tra le mani di persone che non sono perfettamente coscienti di come utilizzarla. Quello che è successo con Snapchat è un chiaro esempio di come l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale in un app non è sempre positiva ma può essere anche dannosa.
Partiamo dal principio: snapchat è un app di messaggistica super utilizzata dai giovanissimi, anche minorenni. Poco tempo fa, tra le chat fissate in alto di molti utenti ne appare una: si chiama My AI ed è una chat a pagamento che ti permette di parlare con un’intelligenza artificiale, appunto. La cosa che infastidisce tanti fruitori dell’app è che questa chat rimane sempre in alto, anche se nel frattempo si intraprendono altre conversazioni.
E cosa ancora più strana, la AI riesce ad intuire, pur non avendo ricevuto alcuna autorizzazione per l’accesso ai dati, la posizione degli utenti. Una corposa invasione della privacy per cui ovviamente molti hanno storto il naso, e sui social sono fioccate le polemiche. Ma non solo: se interpellata questa furbissima AI si ritrovava a dare ai suoi utilizzatori minorenni consigli non proprio “etici”. Come farsi passare velocemente una sbronza, ad esempio, o ancora come eliminare dai vestiti la puzza di fumo o di erba. Insomma, nelle mani dei giovanissimi, potrebbe diventare un mezzo “pericoloso”.