Il mito delle streghe affascina da sempre milioni di appassionati. Addirittura, durante l’Inquisizione, circolavano parecchi libri che insegnavano come riconoscere.
Quello del Medioevo è stato uno dei periodi più bui nella storia dell’uomo per svariati motivi tra i quali anche le credenze inerenti la stregoneria. Addirittura erano messi in circolazione dei veri e propri prontuari su come riconoscerle.
Le streghe da sempre esercitano un fascino magnetico. Complici i loro poteri e l’aura di mistero che per secoli ha accompagnato questa figura a metà tra l’umano e il mitologico, il mito è duro a morire. Con il tempo quella delle streghe è una figura che ha trovato ampio spazio non solo nella narrativa ma anche in televisione e al cinema. Queste donne magiche sono state protagoniste di film e serie tv che hanno costruito nell’immaginario collettivo un’aura di simpatia e, a volte, tenerezza. La storia, però, insegna che le cose non sono sempre state così. Nel Medioevo, infatti, le streghe erano temute e perseguitate, torturate e uccise con la sola colpa di essere “diverse”. Addirittura in quegli anni circolavano parecchi testi, diventati dei veri e propri best seller, che insegnavano come riconoscere le streghe.
I testi in questione sono scritti in latino da personaggi noti nell’epoca, per la maggioranza da frati. È il caso del Malleus Malificarum, pubblicato nel 1847 da Jacob Sprenger e Heinrich Kramer. Il testo era un manuale a tutti gli effetti che insegnava come cacciare le streghe e da cosa riconoscerle. All’epoca dell’inquisizione, uno dei periodi più rigidi nella storia dell’uomo, bastava davvero poco per essere tacciati di stregoneria. Dall’aspetto fisico come la presenza di un neo o di una voglia dalla forma particolare, fino alle presunte connessioni tra malattie e carestie, coloro che venivano incolpate di stregoneria erano principalmente le donne.
Circa 200 anni dopo era in circolazione un altro testo molto in voga in quel periodo. Si tratta del Compendium maleficarum scritto dal frate italiano Francesco Maria Guaccio. Il religioso aveva studiato a fondo l’argomento, presentando nel suo testo (in latino) uno studio quasi scientifico del tema. A partire dalla gerarchia dei demoni fino ai resoconti iper-dettagliati di tutti i poteri in possesso delle streghe, il prete è stato considerato come uno dei maggiori esperti del settore per moltissimo tempo.
Una volta riconosciuti i segni di una sospetta stregoneria, coloro che ne venivano accusati subivano un trattamento a dir poco terrificante. Le torture subite, volte a dimostrare l’effettivo legame tra la persona e il diavolo, spesso e volentieri conducevano alla morte. Tra le più frequenti cause di decesso per stregoneria c’era non solo il rogo ma anche la morte per annegamento. Chi era sospettato di stregoneria, infatti, veniva immerso in acqua con un macigno appeso. Lo stesso trattamento veniva riservato anche agli eretici o a coloro che si rifiutavano di abiurare davanti alla Santa Inquisizione. La punizione era il rogo, dove trovarono la morte parecchie persone tra uomini e donne.
Articolo di Eleonora Di Vincenzo
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