In un Festival di Sanremo di qualche anno fa, un episodio drammatico sconvolse il conduttore e tutto il pubblico. Ecco il fatto
Sebbene arrivare sul palco dell’Ariston e al Festival di Sanremo significhi aver raggiunto un buon successo, non sempre questo è sinonimo di felicità e realizzazione emotiva e lavorativa. Qualche anno fa, proprio durante i giorni dedicati alla musica italiana, un giovane cantante ha preso la decisione più dura di tutte.
Era il 1967, anno in cui un giovane Luigi Tenco si avvicinava con la sua ormai iconica delicatezza al palco più importante di tutti. Qualche anno dopo, Fabrizio De Andrè rivelò che Tenco non era affatto felice di quella partecipazione, in cui portava sull’Ariston una canzone destinata a cambiare la storia della musica italiana, “Ciao, Amore Ciao“.
Brano che inneggiava a un amore intricato di un’Italia contadina e povera, è proprio sulle note di questa ormai famosissima canzone che Luigi Tenco ha preso la decisione più dura di tutte, quella di togliersi la vita. Ecco cos’è successo.
Luigi Tenco, il suicidio a Sanremo
In quell’edizione del 1967, Luigi Tenco e la sua “Ciao, amore ciao” si classificarono al dodicesimo posto. La giuria, infatti, non apprezzò la canzone, relegandola a una posizione non degna. Il cantante, a un certo punto, sperò quindi di poter essere ripescato ma anche questo tentativo fallì, gettandolo nella disperazione più nera.
Come riportato da Anselmi, prima della sua ultima esibizione Luigi Tenco parlò con Mike Bongiorno, al quale disse: “Questa è l’ultima volta“, parole che oggi risuonano premonitrici ma che al momento il conduttore non potè capire. Questa sua ultima performance, condizionata da farmaci e alcol, gli costò la definitiva eliminazione: si racconta che il cantante ricevette la notizia mentre dormiva su un tavolo da biliardo.
Contrariato, annunciò quindi di abbandonare definitivamente la carriera da interprete, per dedicarsi solo alla composizione ma, da quel momento in poi, tutto è precipitato. L’ultima ricostruzione delle sue ultime ore di vita la fecero i giornalisti Rangone e Guarnieri, che raccontarono il ritorno di Tenco nella sua camera d’albergo. Qui, fece due chiamate: la prima ad Ennio Melis, capo della RCA, che però non gli rispose. La seconda, invece, era per Valeria, la sua fidanzata: con lei parlò del futuro e questa chiamata si concluse all’una di notte del 27 gennaio 1967. Solo un’ora dopo, il corpo esanime di Luigi Tenco venne ritrovato da Dalida nella stessa stanza.
Anni dopo, la fidanzata Valeria ammise che Tenco le aveva rivelato di avere una lista di nomi di persone da denunciare per scommesse clandestine e che voleva fare una conferenza stampa proprio il giorno successivo. La psiche, però, fa viaggi spesso ignoti e misteriosi, che han portato il cantante a porre fine alla propria stessa vita con uno sparo: l’ipotesi di suicidio venne confermata solo nel 2006, supportata da un bigliettino attribuito poi a lui da una perizia.
“Ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (anzi) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e a una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao, Luigi.”.