La realtà oltre la fiction. Mai dimenticare che le vicende della celeberrima fiction sono ispirati a fatti realmente accaduti e che, purtroppo, continuano ad accadere.
C’è poco di nuovo da dire sulla fortunata serie tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano. Che sia tratta da vicende che, seppur romanzate, appartengono alla storia di zone degradate intorno a Napoli, è noto a tutti. Come è noto che Saviano, per ciò che ha detto e raccontato, vive una vita blindata da anni, nel timore costante di essere ucciso.
La vicenda gira intorno al traffico di droga ed allo spaccio in mano alla famiglia Savastano. Ma il denaro che gira intorno a tale traffico fa gola a molti e molti vogliono strappare il potere ai Savastano. Uno di questi è Ciro Di Marzio, che dapprima uomo di punta del clan, ne diventa acerrimo nemico, con tutto ciò che ne comporta. La fiction non lascia spazio a pentimenti, a buoni sentimenti, sono personaggi che vivono la violenza come normalità e l’omicidio e la sopraffazione come strumenti per raggiungere i propri scopi. Il loro è un lavoro, un modo per mantenersi, nel caso di piccoli spacciatori, per arricchirsi e acquisire potere, nel caso dei boss.
Sappiamo tutti come è andata a finire la fiction e sappiamo anche che alla base della storia, l’ispirazione, è stata data dalla vicenda del clan Di Lauro.
Per alcuni ruoli della fiction, sono stati scelti attori del posto, o aspiranti tali. Uno di questi è Salvatore Abruzzese, appena tredicenne quando ha recitato in Gomorra. Purtroppo, dopo il ruolo di “Totò”, il ragazzino cresciuto nel mito della camorra, Abruzzese non è riuscito a ritagliarsi un ruolo nel mondo dello spettacolo ed è tornato a Scampia, l’unico mondo che conosce e che può offrirgli un sostentamento. Come molti altri, ha cominciato a spacciare. Nel gennaio dello scorso anno viene arrestato.
Il piccolo spacciatore aveva un debito di sessanta euro che nel frattempo è lievitato a 2500 ed è per questo che due malavitosi fanno irruzione in casa sua, dove si trova ai domiciliari e per di più reso disabile da un incidente che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Questa sua condizione non impedisce ai due di picchiarlo selvaggiamente. Viene preso ripetutamente a ginocchiate in faccia oltre che colpito con pugni e calci. Una violenza gratuita e vile contro qualcuno nella completa impossibilità di difendersi.
Solo a distanza di un anno i due malviventi sono stati assicurati alla giustizia.
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