L’Uomo Ragno, un supereroe che ancora oggi ammalia bambini e ragazzi, adulti e anche anziani. Ma vi siete mai chiesti quale sia la sua vera storia? Le origini dell’arrampicamuri come nessuno ve le ha mai raccontate.
La gente ha bisogno degli eroi. Tu, che stai leggendo, io che sto scrivendo. E molte altre persone nel mondo. Per un senso di sicurezza e armonia interiore, o anche solo per viaggiare nei meandri della mente, attraverso sogni impossibili da ignorare.
Chi ha creduto nell’Uomo Ragno, sicuramente, era un grande sognatore. Già, ma com’è nato l’eroe Marvel più appariscente? Le sue origini potrebbero sorprenderti, caro lettore, più di quanto non possa fare un tizio in calzamaglia che si arrampica sui muri.
Timely Comics, prima della Marvel: la rivoluzione capitanata da Stan Lee
Periodo strano, quello che precede la realizzazione dell’Uomo Ragno. La Timely Comics, l’attuale Marvel Comics, era in crisi nera. Era passato il periodo d’oro dei supereroi, capitanato dal mitico Superman.
E così le aziende si affidavano a storie canoniche e personaggi più classici. Ma se c’è stata una Golden Age, ce ne poteva essere benissimo un’altra; e così fu. I supereroi tornarono alla ribalta, la Timely divenne prima Atlas e poi Marvel Comics e Stan Lee rivoluzionò tutto il pacchetto.
Lui che aveva l’incarico, per volontà del proprietario della baracca Martin Goodman, di creare nuovi eroi. I primi furono i Fantastici Quattro, ma a Lee non bastava. Voleva creare un personaggio diverso.
Qualcosa di straordinario, capace di rompere gli schemi narrativo-sociali come mai successo prima, dare vita ad un protagonista nel quale i giovani lettori si sarebbero riconosciuti. Qualcosa di anormale, per la concezione di supereroe ideale: un essere umano.
I ragazzi non dovevano essere più solamente lettori; ma eroi e sognatori. Non più qualcosa, ma qualcuno dal quale avrebbero potuto riconoscersi e ispirarsi ben oltre al semplice fumetto, e in un certo senso anche confrontarsi.
Non con il buono che affronta i cattivi, ma con l’uomo che si batte per i suoi valori, per sé stesso e per gli altri. E’ un concetto di cruciale importanza questo, per Stan Lee e la Marvel stessa: tenetelo bene a mente per le prossime righe.
L’uomo ragno, da qualcosa a qualcuno: l’idea di Stan lee
Rielaborare vecchie glorie dei fumetti, ispirandosi al passato per crearne di nuovi: così nasce Spider-Man. L’idea, nel caso dell’arrampicamuri, proveniva da Spider. Eroe pulp dei fumetti.
L’idea finale, a detta di Lee, fu finalizzata quando vide un semplice ragno arrampicarsi su un muro. Per quanto riguarda il nome, doveva essere rappresentativo di una persona che cresceva e maturava con il passare del tempo: da Spider-Boy, passò presto a Spider-Man. Il trattino, allontanava pure quella particolare somiglianza con Superman.
Lee però dovette riscontrare un ostacolo sul suo glorioso cammino: Martin Goodman. Il proprietario della Marvel non era molto attratto dall’idea di Stan, che però – insistendo molto, a dire il vero – ottenne una chance per il progetto di Spidey.
L’eroe apparì su Amazing Fantasy, numero 15 del 1962. Insieme a Steve Ditko – che si prese pure non pochi elogi da Jack Kirby, considerato fra i più grandi fumettisti di sempre. Anche se ci furono non pochi conflitti sull’Uomo Ragno fra lui e Stan Lee – Lee diede vita ad un personaggio Iconico.
Soprattutto, secondo Lee, grazie al costume. Perché? Beh, la maschera consentiva a chiunque di immaginarsi come Spider-Man. Sappiate che l’inventiva di Ditko è dovuta ad una ferrea volontà dello stesso di riuscire nell’intento.
Il fumettista arrivò a seguire addirittura un corso di psicologica adolescenziale per sapere come pensava e ragionava un ragazzo di 15 anni. Anche perché adolescente era Peter Parker, alter ego di Spidey, e da questo la coppia Ditko-Lee decise di iniziare: fu solo un punto di partenza di una storia che, piano piano, rivisiteremo insieme.
Essere super, per certi versi, statene certi; non appartiene al nostro eroe. Essere migliore, essere sé stesso invece sì. Molto più difficile di salvare il mondo…