Universalmente riconosciuto come uno dei più grandi piloti mai esistiti, Niki Lauda è ancora una leggenda. E c’è un’altra storia mitica legata al suo Rolex.
Niki Lauda appartiene al periodo leggendario della Formula 1 in cui il pilota faceva davvero la differenza e di piloti come lui ce n’erano davvero pochi.
Freddo, tattico, attento alla strategia, estremamente concentrato, lontano dall’idea di spettacolarizzazione della gara. Un uomo ed un pilota che mirava ad una cosa sola: il risultato. Non era diplomatico Lauda, tutt’altro. Chiamato da Enzo Ferrari ad esprimere un giudizio sulla vettura che avrebbe poi guidato in pista, Niki rispose: “La sua macchina è una m…”. Ci voleva del fegato per rispondere così al Drake. Ma questa era l’essenza di Lauda. I due impararono a rispettarsi, Ferrari fece modificare la vettura secondo le indicazioni del pilota che riuscì così a migliorare le prestazioni di otto decimi sul giro. Iniziò una collaborazione, anzi un sodalizio con la casa di Maranello che consentì di ottenere il Mondiale piloti e costruttori.
Lauda è stato anche protagonista di una delle più grandi tragedie della Formula 1: il terribile incidente a Nürburgring. La dinamica è nota, il circuito era considerato da tutti uno dei più pericolosi, in più quel giorno pioveva, l’asfalto era bagnato e molti piloti, tra cui lo stesso Lauda, chiesero di annullare in Gran Premio. Lauda prese in pieno un cordolo e sbandò a 200 km/h, urtò contro un guardrail appoggiato sulla roccia e fuoco… Non tutte le vetture riuscirono ad evitarlo, nel frattempo il casco era saltato via e le fiamme consumavano il corpo dell’austriaco. Furono altri piloti i primi a soccorrerlo, uno tra tutti l’italiano Arturo Merzario, che si gettò tra le fiamme per tirare fuori Lauda ormai incosciente e praticargli la rianimazione.
I due non erano amici, troppo diversi caratterialmente, freddo e distaccato uno, casinista l’altro, ma fatto sta che Merzario salvò la vita a Niki. Dopo quaranta giorni dall’incidente, Lauda era di nuovo in pista nonostante le ferite e le ustioni ancora fresche e sanguinanti. Fu allora che raggiunse Merzario, si tolse il Rolex che aveva al posto, un Datejust in oro e lo porse a all’italiano. Dopo una rapida occhiata, Merzario realizzò che l’orologio era il regalo che a Lauda aveva fatto una ex di cui gli importava davvero poco.
Lo prese e lo gettò via dicendo a Lauda di riprenderselo. Furono i meccanici presenti sul posto a recuperarlo e pregare Merzario di accettarlo. Per lungo tempo i rapporti tra i due piloti rimasero tesi. Solo molti anni dopo i due divennero amici e durante un’intervista congiunta, alla domanda chi avesse poi preso quel Rolex i due risposero che sarebbe rimasto il loro segreto.
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