Whatsapp offre possibilità di comunicazione clamorose. Purtroppo spesso consente ad amici o “più che amici” di mettere il naso negli affari nostri. Dopo anni di richieste, whatsapp sta per presentare la novità che cambia tutto.
Quella cubana è stata anche una rivoluzione bulimica: eccessiva in tutto, nella vita, negli amori, nelle ambizioni e nei simboli. Persino in quei simboli che avrebbero dovuto appartenere ad un altro mondo, vecchio, marcio e da rovesciare.
E forse qui entra in gioco la forza di un’altra mitologia, non necessariamente avversa a quella del “potere al popolo” ma certamente diversa. Quella di Rolex, una marca di orologi che ha saputo andare oltre l’orologio, persino oltre l’ostentazione economica, per diventare simbolo di perfezione, prestazioni. Uno strumento senza difetti, prima ancora che un costoso ed esclusivo orologio da polso.
Forse in questa lettura “materialista” dell’orologio come strumento produttivo, come utopia e metafora di un mondo perfetto, tutto da realizzare ma già possibile da indossare a patto di potersi permettere l’esborso per un “coronato”, si può leggere il fascino che i grandi orologi ginevrini hanno esercitati su rivoluzionari duri (anche se non sempre puri) come Fidel Castro e Che Guevara.
Questo, sempre che non si voglia percorrere la via più semplice: i grandi capi della Revolucion erano uomini, con le loro debolezze, con la loro fame per il potere e per i suoi simboli. E soprattutto due inguaribili dandy che, almeno personalmente, non disdegnavano affatto il bello e il dolce miele della vita, pur architettando un mondo ascetico e di purezza sibaritica per tutti gli altri.
I due Rolex GMT di Castro
Celebre è l’immagine di Fidel Castro a colloquio con il dittatore indonesiano Suharto. Un’immagine che celebra l’amore del dittatore cubano per il Rolex GMT (ref. 6542, capace di segnare sia l’ora locale che quella di Mosca) e anche la sua esagerata passione per il marchio.
Fidel indossa infatti al polso anche un secondo Rolex, come farà in molte occasioni della sua vita. Il secondo Rolex è il submariner col quale il comandante è ritratto anche nel momento della vittoria su Batista, mentre occupa il palazzo presidenziale.
Che Guevara e i suoi Rolex
Alter ego di Fidel, anima “pura”, estremista e (ancor più) sanguinaria della rivoluzione cubana, Che Guevara era diverso da Fidel in molte cose. Più teorico e intellettuale, meno pragmatico e “realista”.
Ma non per questo meno amante dei lussi e dei simboli borghesi. Le malelingue sostengono che Fidel e il regime ormai stabilito a Cuba non siano stati del tutto estranei alla morte del “Che”, avvenuta in una sorta di disperata missione suicida in Bolivia, una specie di esilio guerrigliero senza reale prospettiva politica che non fosse la morte.
Comunque sia, anche il “Che” alla sua morte possedeva due Rolex,. Uno un GMT Master ref. 1675, l’altro, anche in questo caso, un Submariner. Secondo altre fonti I Rolex di Guevara erano ben tre: uno regalato dal padre al momento della laurea in medicina, gli altri due dono di Fidel.
Oggi, “comunista col Rolex” è diventato un argomento polemico e un insulto. Per i due leader rivoluzionari era invece un motivo di orgoglio, un piacere. Sicuramente non un problema di immagine ma semmai il contrario.