Maneskin, è vera gloria? Non secondo i membri di una delle più grandi rock band inglesi degli ultimi trent’anni, che hanno rilasciato una caustica intervista sul gruppo italiano.
Non hanno usato mezze parole, li hanno definiti persino “terribili”. Unica nota positiva. “è sempre positivo quando una band fa conoscere ai ragazzi chitarre e batterie”. Un elogio piuttosto avaro a cui è seguita un’altra bordata: “vorrei solo che fossero un po’ meglio. Non sarebbe meglio se arrivasse qualcuno di un po’ più creativo e ispirato?”
L’accusa è di quelle pesantissime. Per chi è cresciuto ascoltando gruppi storici del rock come i Led Zeppellin, i Pink Floyd o i Black Sabbath, i Maneskin sono l’equivalente di un caffè fatto con la cicoria. Nero e amaro, sì. Ma senza gusto, aroma, armonia. Un surrogato, una povera cosa, o per dirla esattamente con le parole di Steven Wilson nella sua intervista al Corriere della Sera, “una copia scadente”.
Il grande gruppo inglese all’attacco dei Maneskin
A lanciare l’accusa tanto dura quanto circostanziata è il leader dei Porcupine Tree, che dopo 12 anni sono di nuovo sulla scena con un album di grande qualità e di discreto successo: “Closure/Continuation”.
Il gruppo non è di quelli che hanno scalato spesso le Top20, ma è una specie di oggetto di culto per i rocker più puristi, con una storia di successi, quantomeno relativi, che risale agli anni ‘90. L’intervista al giornale milanese è stata rilasciata in occasione del live che il gruppo terrà al Forum di Assago e per cui c’è grande attesa tra gli appassionati del rock più puro. L’attacco di Wilson è di quelli che fanno male, ma non è rivolto soltanto al famoso gruppo italiano. È tutta una generazione di musicisti troppo influenzati dai social e dal marketing a essere messa sotto accusa.
“La musica di oggi è TikTok, è contenuto social. Come fai a fare musica in 15 secondi? Noi non ci riusciamo.” E’ il punto di vista di Wilson, che peraltro non pare mostrare nessun tipo di invidia per il successo da like e share, inseguito da troppi gruppi contemporanei. Ma non pensiate che i Porcupine Tree vivano una di quelle sindromi da invidia generazionale. La critica è rivolta anche al mondo del rock “vero”.
“Il rock ha completamente fallito nel reinventarsi” e per conseguenza è diventato un genere “classico” di nicchia, come il jazz. Anche se con numeri più consistenti.
“Non è che sia una brutta cosa”, conclude Wilson. ““A pensarci la nostra è la situazione ideale – sottolinea l’artista 54enne -. Non ci senti nelle radio o in tv, non scendiamo ad alcun compromesso, eppure abbiamo lo stesso un pubblico numeroso.
Considerato che i Porcupine Tree hanno trascorso decenni a fare esattamente quello che volevano, senza compromessi e senza piegharsi a nessun diktat commerciale, è un risultato più che soddisfacente. “ scelgo questo rispetto ad avere davanti 100mila persone”. E chi potrebbe dargli torto?