Stanlio e Ollio hanno attraversato generazioni, stili e mode. La loro comicità è stata ed è ancora devastante. Ma cosa li ha resi così unici, così inimitabili, così indivisibili? Il segreto era oltre lo schermo.
Sono stati definiti. “due corpi, due teste ma una sola risata”. Ed era davvero così. Il sodalizio tra Stan Laurel e Oliver Hardy è stato uno di quelli che ha segnato la storia dello spettacolo.
Una leggenda della commedia cosiddetta “slapstick”, del cinema prima e della televisione poi.
Il loro sketch sono passati e ripassati sugli schermi milioni di volte, con la rara capacità di unire genitori e figli, generazioni diverse, intorno a un divertimento che apparteneva a tutti anche perché non apparteneva a nessuno. Era universale.
Opposti e uguali
Erano diversissimi Laurel e Hardy. Uno alto e grosso, l’altro sottile e piccolino. Uno, Laurel era la mente, quello che inventava, scriveva, montava, creava la cornice nella quale la comicità della coppia sarebbe esplosa, grazie soprattutto alla “presenza” di “Ollio”, e alla sua capacità di creare e improvvisare davanti alla macchina da presa.
Era una coppia perfettamente complementare, diversissima in tutto ma con alcuni tratti che li univano. Stan Laurel era inglese ed era nato nel 1890. Dopo un’infanzia solitaria al seguito di una famiglia di attori aveva vissuto in modo devastante la perdita della madre ed era diventato attore a sua volta, trasferendosi negli USA.
Oliver Hardy era americano purosangue, invece, nato due anni dopo ad Harlem, Georgia. Suo padre aveva combattuto nell’esercito confederato. Hardy era arrivato al mondo dello spettacolo passando dai primi lavoretti in un cinema, doveva faceva il bigliettaio e il proiezionista.
Laurel in America “studiò” alla nella compagnia di Fred Karno, uno straordinario quanto dimenticato commediante inglese, che formò anche Charlie Chaplin. Di lui “Stanlio” ha raccontato. “Fred Karno non ha insegnato a me a Chaplin tutto quello che sappiamo sulla comicità. Solo la maggior parte”.
Tra le cose che accomunavano Laurel e Hardy c’era una vita amorosa complicata (entrambi si sono sposati tre volte) e disordinata (la causa di molti di quei divorzi), oltre ad una eccessiva familiarità con la bottiglia. Li univa anche la scarsa abilità commerciale: la coppia recitò e creo letteralmente dal nulla oltre 100 film, senza mai ottenerne i diritti e una quota degli immensi profitti, che rimasero sempre al produttore Hal Roach.
Il segreto di una coppia inseparabile
Molte coppie dello spettacolo sono state tali solo sullo schermo. Ma quella tra Laurel e Hardy era una simbiosi vera, un’amicizia intensa, vera e totale come poche ce ne sono state. Nessuno, nelle centinaia di comiche e lungometraggi che li hanno visti protagonisti, ricorda la minima discussione e il minimo sgarbo. Mai, e questo è veramente incredibile, uno dei due ha cercato di “rubare la scena” all’altro, nemmeno una volta. Stanlio creava e scriveva per Ollio, Ollio riempiva lo schermo gigioneggiando e lasciando a Stanlio i suoi spazi e i suoi momenti.
Il massimo della discussione mai avvenuta tra loro fu per la pettinatura di Ollio in una celebre scena, che Laurel avrebbe voluto un po’ meno disordinata.
La morte di Hardy nel 1957 fu la fine anche per Laurel, che da quel colpo non si riprese più e non tornò mai più a lavorare, fino alla sua scomparsa nel 1965.
La loro amicizia fu talmente vera e intensa da essere accomunata dal professor D. S. Hutchinson, studioso di filosofia e cultore di cinema, a quella descritta dai grandi filosofi del passato. Epicuro e Cicerone hanno parlato di questo sentimento in termini che potrebbero ben descrivere il rapporto tra i due giganti dello schermo.
E’ difficile pensare però che l’amicizia sia mai stata interpretata, in tutta la storia umana, in modo più divertente di quanto hanno saputo fare “Stanlio e Ollio”.