Apple è nel mirino. A volte riesce a scansare i problemi. Altre volte no. E così, dunque, starebbero per partire le maxi-richieste di rimborso
Non è un buon momento per Apple. Una vicenda agita i sonni dei responsabili del colosso attivo nel mondo della tecnologia. Un folto numero di clienti, infatti, sta procedendo a richieste di rimborso che potrebbero svuotare le casse dell’azienda. Ecco cosa sta succedendo.
Tutto ciò avviene proprio quando si avvicina per Apple il momento di scendere in campo con i visori per il metaverso. Una società sconosciuta, chiamata Realityo Systems e collegata ad Apple, ha registrato il marchio “RealityOs” presso l’ufficio dei brevetti americano. Anche se il nome del sistema operativo potrebbe essere stato depositato da qualunque azienda, ci sono prove che collegano la società ad Apple. La sede di Realityo Systems è infatti Yosemite Research, la stessa di Yosemite Research, soggetto di comodo usato dalla compagnia di Cupertino per registrare i nomi di marketing delle ultime versioni di macOS, il software che fa girare i computer della Mela.
Nel 2021 Apple ha rimosso 1,6 milioni di app dal suo App Store, perchè violavano le policy in materia di sicurezza ed erano in grado di derubare o ingannare gli utenti. Lo ha affermato la stessa azienda con un aggiornamento del rapporto sulla prevenzione delle frodi nel il 2021. Tra i risultati chiave, l’analisi rileva che i meccanismi di sicurezza di Apple hanno permesso di evitare truffe per 1,5 miliardi di dollari. Secondo i numeri forniti, Apple ha rifiutato 534.000 app prima che entrassero nel negozio digitale. Di queste, 157.000 considerate spam o imitazioni, 34.000 contenevano funzionalita’ nascoste o non documentate e 343 hanno commesso violazioni della privacy.
Oltre a intervenire sulle app dannose, nel 2021 Apple ha anche bloccato 3,3 milioni di presunte carte di credito rubate e inserite sull’App Store. Di conseguenza, a 600.000 account che utilizzavano tali metodi di pagamento e’ stato vietato l’utilizzo permanente della piattaforma. I meccanismi di prevenzione delle frodi di Apple hanno inoltre disattivato oltre 170 milioni di account di clienti dannosi e 802.000 profili di sviluppatori. Circa 94 milioni le recensioni false rimosse e 190 milioni le valutazioni che non hanno raggiunto lo status di pubblicazione.
Apple nel mirino
Insomma, Apple è nel mirino. A volte riesce a scansare i problemi. Altre volte no. E così, dunque, starebbero per partire le maxi-richieste di rimborso. A sollevare la vicenda è un giornale autorevole come il Guardian, che mette sotto la sua lente di ingrandimento i problemi legati al rallentamento dei vecchi iPhone da parte di Apple.
Secondo quanto emerge, infatti, sarebbe già stato presentato un esposto contro Apple presso il Competition Appeals Tribunal, contestando il sistema di gestione della batteria che era stato implementato negli iPhone nel gennaio 2007, che ha rallentato le prestazioni degli smartphone meno recenti per impedirne lo spegnimento senza preavviso.
Le doglianze mosse contestano che la decisione di Apple di rallentare gli iPhone non è stata inizialmente comunicata agli utenti ed è stata introdotta per nascondere delle limitazioni tecniche della batterie. Apple avrebbe spinto gli utenti ad installare l’update sapendo che avrebbe peggiorato le prestazioni. Quando, invece, sarebbe bastato cambiare la batteria.
Adesso, quindi, Apple rischia di dover pagare un risarcimento danni per oltre 750 milioni di sterline. Questa la richiesta di chi denuncia, da distribuire tra i circa 25 milioni di utenti interessati e che erano in possesso di iPhone 6, 6 Plus, 6S, 6S Plus, SE, 7, 7 Plus, 8, 8 Plus e iPhone X.