L’app di messaggistica, concorrente di WhatsApp, sta vivendo un boom dallo scoppio della guerra in Ucraina
In tanti lo hanno preferito, per molti anni, proprio per la sua maggiore sicurezza e riservatezza. Ma crolla anche uno dei grandi miti che ha avvolto, in tutto questo tempo, la figura di Telegram. Ormai nessuno è al “sicuro”. Ecco la svolta.
Telegram è un servizio di messaggistica istantanea e broadcasting basato su cloud ed erogato senza fini di lucro (attenzione a questa definizione) dalla società Telegram LLC, una società a responsabilità limitata con sede a Dubai, fondata dall’imprenditore russo Pavel Durov. I client ufficiali di Telegram sono distribuiti come software libero per Android, Linux, iOS, MacOS, Windows.
Le sue caratteristiche principali sono la possibilità di scambiare messaggi di testo tra due utenti o tra gruppi fino a 200 000 partecipanti. Questo lo ha reso famoso soprattutto per i gruppi e le community. Non sempre, purtroppo, destinate a scopi puri e consentiti dalla legge. Attraverso i canali è anche possibile la trasmissione in diretta di audio/video e testo verso i membri che si uniscono.
Telegram consente inoltre di effettuare chiamate vocali e videochiamate cifrate punto-punto, scambiare messaggi vocali, videomessaggi, fotografie, video, sticker e file di qualsiasi tipo fino a 2 GB.
È inoltre possibile programmare l’orario di invio di un messaggio audio/testo; impostare un timer per l’autodistruzione dei messaggi che permette l’eliminazione automatica del messaggio una volta visualizzato dal destinatario, così come cancellare messaggi anche per il destinatario, e modificarne il testo dopo l’invio. Questa funzione, in particolare, lo ha fatto considerare, nell’immaginario collettivo, più sicuro e riservato.
Telegram, dati alle forze dell’ordine
Come anticipato nei mesi scorsi, Telegram è pronta a rendere disponibile anche una sua versione a pagamento. L’app di messaggistica, concorrente di WhatsApp, sta vivendo un boom dallo scoppio della guerra in Ucraina con molti russi che hanno deciso di utilizzarla per comunicare tra di loro, anche a seguito della decisione di Mosca di considerare Meta-Facebook, che gestisce WhatsApp, un’organizzazione “estremista”.
Importante novità per gli utenti. Ma forse non è questa la novità che più dà da pensare a chi, convintamente, ha sempre scelto Telegram a discapito di WhatsApp. Anche e soprattutto per via delle sue ferree regole sulla privacy. Ma tutto cambia.
Secondo quanto rivelato dall’autorevole giornale tedesco De Spiegel, infatti, Telegram avrebbe iniziato a fornire i dati dei suoi utenti alle autorità giudiziarie. Negli anni e in vari Stati, Telegram ha sempre rifiutato di collaborare con le autorità giudiziarie. Ma secondo quanto emerge in Germania, Telegram avrebbe risposto ad alcune richieste di dati da parte della Polizia Federale Tedesca, fornendo alle autorità i log delle chat di gruppi che potrebbero essere legati ad abusi sui bambini o al terrorismo.
Ovviamente, siamo assolutamente favorevoli al fatto che vengano scoperti crimini così gravi e abominevoli. Ma staremo a vedere come reagiranno gli utenti a questa “invasione” nella privacy.