Tutti (o quasi) sono capaci di farti sconti e promozioni straordinarie per farti ascoltare musica ma nessuno era ancora arrivato al punto di pagarti. La rivoluzione di Amazon lascerà il segno.
Nei libri di storia di un’Italia non troppo recente ma nemmeno di mille anni fa ci sono gli scontri violenti, brutali, a colpi di molotov e cariche della Celere, che vedevano protagonisti i cosiddetti “autoriduttori”.
Era l’idea che la musica appartenesse a tutti, fosse un bene comune. Era la convinzione che fosse oltraggiosa l’idea di richiedere un biglietto per ascoltarla. Era un’idea rivoluzionaria, ma non in senso lato. Era parte di una progetto che voleva ribaltare il sistema dalle fondamenta, cambiare i rapporti di produzione, espropriare, mettere in comune. Ne furono vittima i concerti di Carlos Santana, dei Led Zeppellin e molti altri che decisero di non tornare mai più in Italia ad affrontare una guerriglia del genere. Fu una stagione pericolosa, eversiva e per qualcuno (non certo per chi rimaneva in mezzo agli scontri) entusiasmante.
Quei rivoluzionari un po’ sognatori, un po’ violenti, che volevano ridurre il costo della musica a colpi di bottiglia incendiaria non potevano immaginare che proprio il sistema avrebbe superato il loro sogno della musica gratis.
A farlo non è un rivenditori di dischi di provincia. Ma Amazon, il più grande colosso del mondo della distribuzione di contenuti (e anche di contenitori, o per la verità di qualsiasi altra cosa).
La rivoluzione di Amazon
Oggi Amazon offre un buono sconto di 5 euro, senza nessuna spesa, senza richiedere nulla in cambio, nemmeno l’apertura di un account. Basta riprodurre un brano su Amazon Music Free. Per la prima volta è la musica a pagare chi la ascolta.
L’unico limite è che l’offerta è a esaurimento: 5 euro per i primi 5000 clienti, oltre a qualche piccolo accorgimento che impedirà a pochi “furbetti” di diventare ricchi ascoltando musica.
E’ un piccolo passo per le tasche di chi ama la musica, ma un grande passo nella concezione della libertà di musica, già avviato da famose piattaforme in streaming sulle quali si può ascoltare praticamente tutto senza pagare nulla. Con il solo impegno di ascoltare un po’ di pubblicità e qualche limitazione nella gestione delle playlist.
Chissà se tra chi approfitterà dell’offerta di amazon ci sarà anche qualche ormai anzianotto autoriduttore. Ricevere dal colosso “capitalista” molto più di quello che aveva sognato, sfidando cariche, lacrimogeni e manganellate sarà una grande vittoria o una grande sconfitta?