Non sfrutta metodi tecnici, ma molto più subdoli, perché associati a comunicazioni che riteniamo più innocue
E’ forse l’icona su cui abbiamo cliccato più volte in questi anni. Stiamo parlando di quel tastino verde che ci fa entrare nel mondo di WhatsApp. Ma attenzione, perché le truffe circolano ovunque. E la nostra app preferita non è affatto immune. L’ultimo meccanismo è ancor più subdolo.
WhatsApp Messenger, o semplicemente WhatsApp, è un servizio di messaggistica istantanea centralizzata multipiattaforma e voice-over-IP disponibile a livello internazionale, di proprietà di Meta Platforms. Creata nel 2009 da WhatsApp Inc., dal 19 febbraio 2014 facente parte del gruppo Meta Inc. L’azienda WhatsApp Inc., in precedenza stabilita a Mountain View in California, si trova oggi a Menlo Park (California), mentre la sede di riferimento per l’Europa è a Dublino, in Irlanda, sotto la denominazione di WhatsApp Ireland Limited.
Gli utenti possono scambiare messaggi di testo, immagini, video e file audio. Nonché informazioni sulla posizione, documenti e informazioni di contatto tra due persone o in gruppi. Dapprima si poteva comunicare solo tra singole persone o in gruppi di singoli, ma a settembre 2017 la società ha annunciato una piattaforma commerciale che avrebbe consentito alle aziende di fornire un servizio clienti agli utilizzatori su larga scala.
Originariamente l’app era stata ideata per dispositivi mobili, ma è stata sviluppata anche una versione per computer desktop, per la quale è necessario collegare il proprio numero telefonico di cellulare standard. Ecco, attenzione proprio alle telefonate che ricevete!
La telefonata-truffa su WhatsApp: i numeri da evitare
Si sta infatti facendo largo tra gli utenti di WhatsApp una nuova truffa che, a differenza di altre del passato, non sfrutta metodi tecnici, ma molto più subdoli, perché associati a comunicazioni che riteniamo più innocue. Secondo quanto condiviso da Rahul Sasi, fondatore e Ceo di CloudSEk, un’azienda di sicurezza informatica, i criminali stanno sfruttando dei codici per entrare in possesso del profilo dell’app di chat dalle vittime. Ovviamente senza che queste se ne accorgano. Ecco come funziona il meccanismo truffaldino.
Il sistema sfrutta i codici comuni che chiunque può abilitare sul telefono per l’inoltro delle chiamate e degli sms, in caso di linea occupata. Invitando le persone a digitare le stringhe **67* e *405* seguite da un numero a 10 cifre, si attiva l’arrivo delle telefonate ed sms sul numero indicato dopo i codici, bypassando quello in possesso.
Uno stratagemma valido solo quando il numero principale, a cui si è registrati con WhatsApp, è impegnato in una telefonata, come quella con l’autore della frode. A quel punto, l’hacker effettua una nuova operazione di registrazione dell’account WhatsApp con il numero della vittima. Il codice di conferma arriverà sulla sim inserita dopo i codici, così da ultimare e rendere irreversibile l’operazione di furto del profilo.
Così, quindi, il truffatore potrà chiedere denaro ai contatti del malcapitato, facendo finta di essere davvero un amico o un parente. Ci si può difendere abilitando la verifica in due passaggi su WhatsApp e impostando una password o un PIN all’accesso.