I gatti non solo sono indipendenti e intelligenti. Ma sanno ascoltare e comprendere molto di quello che gli si dice. E se poi fanno lo stesso quello che vogliono… beh, sono gatti, no?
A differenza dei luoghi comuni, i gatti si affezionano e creano dei legami con le persone molto di più di quanto si possa pensare.
Amano le coccole, si legano ai padroni, dialogano con loro, cercano i loro odori quando non ci sono e infine si ricordano molto bene dei nomi dei membri della famiglia. Queste creature sono sempre state messe in secondo piano rispetto ai cani. Forse penalizzati dal fatto che sono una specie piuttosto indipendente. Tuttavia, negli ultimi anni, numerose ricerche hanno riabilitato l’intelligenza e la sensibilità di questa specie.
Tra le più recenti ricerche, un gruppo di studiosi dell’Università di Azabu in Giappone, hanno confermato la tesi per cui non solo i gatti riconoscono i loro nomi ma anche i nomi degli altri gatti con i quali convivono oppure dei membri della loro famiglia.
“Quello che abbiamo scoperto è sorprendente. Voglio che le persone sappiano la verità. Sembra che i felini non ascoltino le conversazioni delle persone, ma in realtà lo fanno“. Ha dichiarato Saho Takagi, ricercatore in scienze degli animali, principale autore dello studio.
I gatti riconoscono i nomi della loro famiglia
Per diversi mesi, i ricercatori hanno osservato il comportamento dei gatti che convivevano con altri esemplari.
Sono stati osservati i loro comportamenti nell’ambito di diversi esperimenti. Come primo test, i ricercatori hanno mostrato a un gatto la fotografia di un gatto convivente nella stessa famiglia sullo schermo di un computer. Contemporaneamente, durante la visualizzazione è stata diffusa una registrazione con la voce del proprietario che chiamava il gatto nella fotografia (“condizione congruente”) oppure pronunciava un nome diverso (“condizione incongruente”).
E’ emerso che i gatti trascorrevano più tempo ad osservare lo schermo durante la condizione incongruente. Molto probabilmente erano perplessi dalla mancata corrispondenza tra l’immagine e il nome.
“Solo i gatti domestici hanno anticipato una specifica faccia di gatto dopo aver sentito il nome del gatto, suggerendo che corrispondevano al nome del gatto stimolo. Dopo aver sentito il nome di un gatto, i soggetti si aspettavano la faccia corrispondente“.
Secondo i ricercatori, i gatti imparano ad abbinare il nome-faccia osservando le interazioni nel loro quotidiano.
Rapporto con gli umani
I ricercatori hanno poi ripetuto l’esperimento, con le fotografie delle persone con cui vivevano, con una registrazione che pronunciava il nome della persona oppure che pronunciava un altro nome nella condizione incongruente.
Anche in questo caso, i felini domestici hanno osservato più a lungo lo schermo quando c’era una discrepanza tra la fotografia e il nome.
“La nostra interpretazione è che i gatti che vivono con più persone hanno maggiori opportunità di sentire i nomi rispetto agli altri esemplari che convivono con una sola persona. Inoltre, se vivono con una famiglia da più tempo, aumenta questa esperienza. La frequenza e il numero di esposizione agli stimoli possono rendere più probabile l’associazione nome-volto“. Concludono i ricercatori.
Se da una parte si tratta della prima volta che i ricercatori sono riusciti a dimostrare che i gatti domestici collegano le espressioni umane e i loro referenti sociali attraverso le esperienze quotidiane ciò non è stato possibile dimostrare se anche i gatti selvatici sviluppano queste associazioni nei loro ambienti naturali come gli esemplari che vivono liberi per le strade.