Bruce Lee, come dire, il mito. L’uomo che le arte marziali le ha reinventate, prima ancora di esserne un campione. Il suo orologio preferito gli assomigliava: una macchina rivoluzionaria, precisa e spietata come lui.
E’ stato un mito delle arti marziali, un attore e un regista. Nato a San Francisco, nel cuore della comunità cinese più popolosa d’America, cominciò da bambino ad Hong Kong ad occuparsi di cinema ed arti marziali.
Tornato negli States che era già un Maestro, reinventò le arti marziali e il cinema loro dedicato. Sfidò i più grandi fighters del suo tempo sullo schermo, distruggendoli. Ma il suo cinema non era solo cinema, era l’espressione spettacolare della sua filosofia di vita, e del suo concetto che oggi definiremmo “olistico” delle arti marziali. Un mondo che Lee apprese, insegnò e cambiò per sempre, dandogli un’impronta che sarebbe rimasta per sempre sua.
Due macchine rivoluzionarie, precise e spietate. Bruce Lee e il suo Seiko 6139-6011
Bruce Lee, leggenda del cinema e delle arti marziali, non era certo uomo di scarsi mezzi economici. Negli orologi, come in tutto il resto, poteva scegliere e avere il meglio. La sua scelta cadde su un orologio che non era fatto per ostentare denaro e potere. Era fatto per cambiare per sempre la storia degli orologi da polso.
L’orologio del suo cuore, quello con cui Bruce è stato ritratto mille volte, è stato il primo cronografo automatico al mondo. Una macchina perfetta, rivoluzionaria, che nel 1969 uscì lasciando il mondo a bocca a aperta. E le celebrate maisons svizzere indietro, a mordere la polvere.
Era il Seiko 6139-6011,21600 oscillazioni al secondo, smistamento a ruote e colonne. Un orologio capace di cronometrare con precisione assoluta e di farlo in perpetuo, grazie ad un movimento automatico che era un traguardo per tutta l’orologeria, ma ancora impensato per un cronografo. Pensiamo che il re dei cronografi, il mai abbastanza celebrato Rolex Daytona, introdusse il movimento automatico solo alla fine degli anni ‘80.
Se altre case avevano collocato il cronografo al punto di incontro tra eleganza casual e sportività, la scelta di Seiko fu decisamente più estrema. Una macchina, con l’aspetto di una macchina, modernissimo, vagamente spaziale. Lee scelse il proprio con un bracciale che, da un lato, esibiva anche visivamente la robustezza di uno strumento in grado di combattere. Dall’altro, spingeva all’estremo l’estetica “modernistica” di una macchina precisa, spietata. Che aveva vinto la sfida tra Oriente e Occidente.
Una macchina senza uguali, destinata a cambiare tutto e lasciare il suo segno per sempre. Un orologio che sembrava fatto apposta per lui, il solo e unico Bruce Lee.