Diciamo la verità: i decoder possono essere un grosso grattacapo. Costi, cavi, connessione, settaggio. E’ un’avventura che ogni volta comincia ma non quando finisce. Si può farne a meno? Decisamente sì.
A forza di leggere notizie, istruzioni e informazioni su come affrontare il cambio di standard digitale, molti rischiano di essersi fatta l’idea che il decoder sia qualcosa di indispensabile, obbligatorio, imprescindibile per passare al nuovo standard. Non è così.
Anzi, fare a meno del decoder può evitare anche molti mal di testa. E per di più regalarci una TV di qualità migliore.
Come fare a meno del nemico decoder
L’alternativa al decoder c’è, basta cambiare punto di vista. E guardare al di sopra della nostra testa. Non si tratta di aggiungere un nuovo apparecchio ma di passare a una nuova piattaforma, televisiva e satellitare.
Si tratta di Tivùsat, che peraltro trasmette molti dei suoi contenuti in risoluzione ancora migliore del normale HD. Si tratta della risoluzione 4K, quella con cui i film vengono proiettati al cinema. Se volete vedere ogni filo d’erba delle vostre partite ed ogni ciglio dei protagonisti dei vostri spettacoli, si tratta della scelta giusta.
I canali in 4K sono oltre 60, su un totale di 130 disponibili sulla piattaforma. Più che sufficienti per dire addio non solo alla parabola ma a molte offerte televisive che oggi paghiamo a caro a prezzo.
L’unico limite di questa scelta è che per vedere Tivùsat occorre possedere una parabola, che costa più o meno come un decoder entry level ma vi libererà da tutti i problemi. Magari ce l’abbiamo anche già. È comunque meglio, in ogni caso, informarsi bene sul sito internet di Tivùsat, per accertarci che i nostri sistemi siano compatibili e per capire bene costi e implicazioni del cambiamento. Volendo, esistono anche kit completi, per chi parte da zero, e magari sta già progettando di cambiare televisore o ricevitore.
Insomma, occorre ragionare bene su tutto, non fare passi avventati, non incorrere in spese inutili. Ma è importante sapere che l’alternativa c’è.
Percorrerla o no dipende da noi, dalle nostre priorità, dalle nostre tasche, forse dalla qualità del segnale “terrestre” nella nostra zona.
E, sicuramente, dalla dose di antipatia che proviamo per questo ennesimo scatolotto con fili che ci toccherà sistemare in casa, connettere e sopportare quando e se dovesse avere problemi.