Un momento di disattenzione che è costato carissimo. Nicola Savino porterà per sempre con sé le conseguenze di quel drammatico momento.
Personaggio televisivo e radiofonico italiano, Nicola Savino si contraddistingue per la sua bravura e la sua simpatia, tanto da conquistare il cuore del pubblico italiano.
Diventato famoso per essere una “iena”, Savino è stato prima autore dell’omonimo programma e poi conduttore. Ma la sua carriera comincia in radio: dalle emittenti locali arriva fino a Radio DeeJay. Dopo una lunga gavetta Nicola comincia a farsi conoscere sempre di più e a raggiungere un seguito importante che loda la sua vena ironica.
Lo speaker manda avanti in parallelo anche la sua carriera televisiva conducendo diversi programmi famosi come “Colorado”, “L’isola dei famosi”, “Matricole e Meteore” e molti altri. C’è anche il cinema nella vita di Nicola che nel 2006 partecipa alla pellicola “Agente matrimoniale” e l’anno dopo al film del duo comico Ale e Franz “Mi fido di te”.
Come doppiatore invece viene ricordato per aver prestato la voce al bradipo flash del cartone “Zootropolis” e al coniglio protagonista dell’omonima pellicola “Peter Rabbit” nel primo e secondo film del 2020.
Attualmente lo possiamo trovare su Canale 5 come opinionista della sedicesima edizione del reality “L’isola dei famosi” condotto da Ilary Blasi.
L’incidente che lo ha segnato
Un dettaglio non è sfuggito ai telespettatori che si sono chiesti che cosa gli fosse successo. Così Savino svuota il sacco e racconta la sua disavventura.
Nel lontano luglio del 1968 subisce un’amputazione involontaria. A soli sette mesi viene ricoverato in ospedale per denutrizione e qui si svolge la tragedia. Un’infermiera nel cambiargli la flebo, invece di tagliare solamente la garza, gli taglia anche il piccolo dito mignolo. A nulla sono serviti i tentativi di riattaccarlo e così Savino inizia la sua vita con quattro dita.
Un vero e proprio trauma che ha segnato il conduttore che ha dichiarato “Per me è stato un complesso per i primi anni di televisione. Non mi sarei mai sognato di parlarne o di fare vedere la mia mano, tanto che i primi tempi mettevo un arto finto”.
Se lavori in un ambiente comico però è normale ironizzare sulle tragedie e Nicola Savino lo sa bene. Grazie alla sua brillante autoironia, è riuscito ad affrontare anche le storie più brutte, ha fatto di questa debolezza un punto di forza riuscendo finalmente ad accettare la cosa.