Affidatavi al naso, perché qualsiasi cosa puzzi è anche pericolosa. L’olfatto è un prezioso campanello d’allarme.
E’ quanto rivela uno studio intitolato “Molestie olfattive” realizzato nell’ambito del progetto NOSE – Network for Odour Sensitivity – e curato da esperti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR e delle università di Trieste e Bari e dell’Arpa Sicilia. La ricerca propone una serie di studi e riflessioni sulla pericolosità di molte sostanze odorigene che sono presenti nell’aria, maleodoranti e pericolose.
Spesso i cattivi odori sono ricollegabili a sostanze dannose che circolano e viaggiano nell’aria. Sostanze legate al rilascio di attività agricole, industrie, impianti di smaltimento o recupero dei rifiuti. Pericolose da un punto di vista dell’inquinamento dell’aria, del suolo ma anche della salute umana.
Ci sono odori quali ad esempio di idrocarburi non metanici, l’idrogeno solforato (tipico odore di uova marce) e il benzene che sono molto diffusi e tra questi come il benzene sono cancerogeni. Secondo quanto ricordano gli esperti, ci sono migliaia di odori che scatenano molecole odorose che si combinano provocando la reazione del nostro olfatto.
Olfatto campanello d’allarme
In realtà, l’olfatto sarebbe un campanello d’allarme che sente composti nocivi. Un po’ come le reazioni allergiche. Odori che hanno ripercussioni sulla salute che possono provocare malessere, mal di testa, nausea, stress e altri fastidi da lievi a gravi.
“L’odore dell’aria oggi è ampiamente riconosciuto come parametro ambientale essenziale per determinare la qualità di vita, con effetti significativi su molteplici attività, dal turismo al ciclo di gestione dei rifiuti. Negli ultimi anni l’insediamento di impianti in grado di rilasciare miasmi olfattivi in aree urbanizzate ha moltiplicato il rilascio di sostanze odorose moleste e generato crescente preoccupazione per un ‘inquinamento olfattivo’ caratterizzato spesso dall’imprevedibilità del disturbo, dalla continuità nel tempo e dall’impossibilità di difendersi”. Ha ricordato Gianluigi de Gennaro dell’Università di Bari, coautore dello studio.
Mappatura degli odori
I cattivi odori sarebbero un indice di inquinamento dell’aria. Per questo, uno degli obiettivi è quello di creare una mappatura degli odori anche in tempo reale, con segnalazioni tramite una app apposita alle Agenzie Ambientali regionali. Attraverso questo sistema, è possibile per gli esperti monitorare le emissioni odorigene.
In tal senso, sottolineano i ricercatori, si rivelano strategici “nasi elettronici” e altri tipi di sistemi di monitoraggio strumentale degli odori, attraverso i quali individuare le concentrazioni di molecole sgradevoli. L’olfattometria dinamica è infatti un metodo di rilevazione regolamentato a livello europeo. Non a caso, in base ai dati dell’Unione Europea si registra il 30% di denunce riguardanti l’inquinamento olfattivo. Dopo quello acustico è quello più preoccupante per i cittadini europei.
La mappatura degli odori potrebbe consentire interventi per normare i cattivi odori soprattutto nelle zone abitate. Non si tratta unicamente di un tema di salute pubblica ma anche di benessere psicofisico. E’ giusto ricordare che il degrado ambientale non è solo architettonico. Il benessere necessita il decoro da ogni punto di vista.
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