Da Neom a Oceanix: le città del futuro in stile #smartcity. La città del futuro è ora. Dopo la pandemia e la crisi energetica che sta emergendo dall’instabilità in Ucraina, il nuovo piano del futuro risiede nella sostenibilità dell’economia circolare.
Le città del futuro dovranno autosostenersi e gli spazi urbani lentamente si modificheranno in chiave innovativa. In tutto il mondo stanno nascendo progetti sperimentali di città utopiche.
Tra queste in Arabia Saudita il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman ha lanciato il progetto di Neom, la smart city più vasta al mondo che sorgerà nella provincia di Tabuk, tra il Mar Rosso e il Golfo di Aqaba. Sarà alimentata interamente da fonti rinnovabili, utilizzerà big data, intelligenza artificiale e riconoscimento facciale. Da un punto di vista della mobilità questa città sarà attraversata solo da mezzi a guida autonoma.
La città su tre livelli
Lo stesso Bin Salman ha presentato un altro progetto urbanistico che dovrebbe completare Neom: la città The Line. Un piccolo centro collegato alla città principale, non avrà automobili, né strade e non produrrà emissioni di carbonio. La città avrà tre livelli: la superficie per i pedoni e due strati sotterranei per il trasporto e le infrastrutture. Inoltre, il progetto ha calcolato che gli spostamenti non dovranno superare i 15 minuti a piedi come scuole, negozi e altri luoghi d’interesse.
Città del futuro tra economia circolare e sostenibilità
Anche la Corea del Sud ha annunciato la realizzazione della prima città galleggiante nel mondo che sarà realizzata entro il 2025. La costruzione dovrebbe costare 200 milioni di dollari. Si estenderà su 75 ettari con diverse piattaforme interconnesse, collegate da ponti, che potranno accogliere 12mila persona. Anche se per i progettisti, potrebbe essere ampliato per accogliere fino a 100mila euro.
Il progetto chiamato Oceanix, era già stato annunciato negli anni passati ma recentemente sono state svelate nuove immagini della progettazione e del design delle architetture.
Il primo prototipo sorgerà al largo della città Busan. L’obiettivo è quello di aiutare le persone che vivono nelle zone costiere a sopravvivere all’innalzamento del livello del mare.
In base, a diversi rapporti, due persone su cinque in tutto il mondo vivono entro 62 miglia (100 chilometri) dalla costa e l’innalzamento del mare, costringerà milioni di persone a lasciare le loro case.
Un vero e proprio quartiere modulare che potrà essere sviluppato per future comunità resilienti nelle località costiere più vulnerabili in prima linea nei cambiamenti climatici.
Secondo il progetto, la città sarà suddivisa in diversi quartieri, inclusi quelli abitativi, di ricerca e di alloggio, ricoperti da edifici bassi. Queste piattaforme saranno ecosostenibili e sono progettati per la produzione. Ci sono serre e diversi sistemi integrati per zero rifiuti e sistemi circolari, sistemi idrici a circuito chiuso, cibo, energia netta zero, mobilità innovativa e rigenerazione dell’habitat costiero.
“Questi sistemi interconnessi genereranno il 100% dell’energia operativa richiesta in loco attraverso pannelli fotovoltaici galleggianti e sul tetto”.
La città foresta
Tra gli altri esempi, a Cancun, in Messico, l’architetto e urbanista Stefano Boeri per il Grupo Karim’s sta per progettare una smart city ecosostenibile e autosufficiente. Il progetto “Smart Forest City” dovrebbe ospitare fino a 130mila abitanti e 120mila piante appartenenti a 350 specie differenti. Una città che si fonda sul principio dell’economia circolare, autoproducendo la propria energia tramite fotovoltaico, canali navigabili e bacini contenitori di acqua per l’irrigazione dei campi. Grazie alle foreste la città potrà assorbire circa 5.800 tonnellate di CO2. Gli spostamenti saranno consentiti tramite mezzi semiautomatici ed elettrici. “Un ecosistema urbano in cui natura e città si intrecciano e agiscono come un unico organismo”. Dichiara Boeri.