Un episodio oscuro nel passato mediatico della ex del Cavaliere. Un attacco duro, feroce e sessista, che ha lasciato il segno. Ecco di che cosa si è trattato.
Nessuno sa essere più feroce con una donna di un’altra donna. Se questo è vero in generale, diventa ancora più vero per le donne di media e di spettacolo, abituate a calcare le scene e a condividere la luce dei riflettori.
Una luce dura, talvolta spietata, che induce a una competizione non sempre corretta alla ricerca di visibilità.
Le protagoniste dalla storia sono tre donne e la vicenda potrebbe far sorridere se non fosse per alcuni connotati di volgarità sessista che si credeva avessero un posto nelle caserme e nei bagni degli autogrill.
A dire il vero, a scatenare la vicenda c’è la manina non del tutto innocente di un uomo, l’ineffabile direttore di “Chi” Alfonso Signorini, instancabile rimestatore di sentimenti e pulsioni che in questo caso hanno preso fuoco in modo non del tutto controllato.
All’origine della vicenda che stiamo ricordando c’è un servizio del suo giornale, un servizio fotografico per la precisione, nel quale la ministra Marianna Madia veniva ripresa nella sua macchina mentre mangiava un gelato.
Vicenda estiva da poco, se non fosse stato novembre. E se non fosse stato che le modalità con cui la ministra suggeva il suo gelato, non commentate dal giornale di Signorini ma abbondantemente visibili al suo pubblico, scatenarono una ridda di commenti non tutti aderenti alla gentlemanship più stretta.
Galeotto fu il calippo
Gli uomini si sa, possono avere una particolare sensibilità per queste cose. Un atteggiamento che può raggiungere punte di volgarità irripetibili e incommentabili. L’abilità di Signorini fu appunto quella di scatenare l’inferno con una semplice serie di foto che avrebbero benissimo potuto essere innocenti.
Il servizio fotografico accese anche un dibattito politico, nel quale lo stile della Madia venne confrontato con un altro famoso esempio di degustazione mediatica, questa volta di un Calippo.
La Pascale aveva avuto il coraggio, o forse l’imprudenza, di scendere fortemente in campo a fianco della Madia con una dichiarazione stentorea: “Chi offende le donne, offende anche me!”. Era tuttavia immemore, almeno apparentemente della sua precedente esibizione con il Calippo, succhiato con una certa malizia a favore di telecamere.
A ricordarglielo, e qui la sconcezza maschilista cede il passo alla lotta nel fango tra donne, è stata appunto una donna. Anzi una principessa, che per questa volta però ha lasciato da parte l’aplomb nobiliare che ci si aspetta da una virgulta di sangue blu.
Ecco il suo commento: “La differenza, cara Pascale, è che la Madia non leccava il gelato pretendendo davanti a una telecamera che fosse un pisello. Tu sì”.
L’episodio, decisamente poco “fair” torna in mente, proprio adesso che l’estate sembra affacciarsi di nuovo.
Attenzione, signore. Da come succhiate il gelato può dipendere la vostra pace mediatica. E a metterla in pericolo non sarà solo la grossolanità maschile, ma la ferocia di un nemico che non credevate possibile. Un’altra donna, magari addirittura una principessa.