I cinquant’anni di Gianluca sono stati un giorno drammatico per lui. Si gira indietro e non trova più niente. Niente di quello che credeva di avere costruito è ancora lì.
Gianluca Grignani, c’è poco da fare, è uno dei grandissimi del rock italiano. Una delle poche figure realmente pure, di calibro internazionale. Incontaminate dalla tradizione canora del belcanto.
Gianluca Grignani, rock 100%, Claudio Villa 0%. Questa è la ricetta di un cantautore “maledetto” che ha bruciato tutto se stesso alla ricerca di quel qualcosa di unico e grande che tutti, forse, abbiamo dentro ma pochi riusciranno mai a tirare fuori.
Lui l’ha fatto, su questo non si discute. Ha sempre scritto musica e la ribalta l’ha presa, senza più mollarla nel 1994, con il suo primo singolo: “la mia storia tra le dita”.
Un successo, per una volta, fatto di musica, di lirica, di bellezza. E non solo di posizionamento commerciale, di look e di immagine.
La sua storia tra le dita
Quel grandissimo successo l’ha portato dritto sul palco di Sanremo una prima volta. E ce l’ha riportato in coppia con Irama, tanti anni dopo. Ma questa è un’altra storia. O forse no.
Grignani è stato cinque volte sul palco dell’Ariston, senza mai ottenere piazzamenti di rilievo, com’è giusto per un grande del rock che, appunto, con la canzonetta italiana ha ben poco da condividere.
Ha molto da condividere col pubblico, invece, Grignani. Un autore che ha venduto milioni e milioni di dischi certificati. Oltre cinque, per una raccolta di dischi d’oro e di platino che pochi italiani possono sperare di avvicinare. E parliamo di veri Cd, vinili, cose acquistate in negozio pagando soldi veri, e non di view o di streaming mezzi hackerati…
Ad ogni modo, in mezzo del cammin della sua vita, Grignani si è trovato improvvisamente solo. Separato dalla compagna con cui ha condiviso oltre 25 anni, sia felici che drammatici. 4 figli che ama, e verso i quali in certi momenti difficili della sua vita, ha provato preoccupazione e rimorso.
Ora ha 50 anni “tanti, forse troppi”. Si guarda indietro e scopre che “non sono stato un buon marito e sono stato un padre permissivo”.
Ha lottato per la sua libertà, combattendo col dolore che ha dentro. E la libertà è ciò che ha voluto donare ai suoi figli. Ci sarà riuscito?
“Ho visto la mia parte oscura, sono spaventato. Ho sofferto, ma provo a rinascere”, ha detto in un’intervista al Corriere, che chiude la prima parte della sua vita. E forse ne aprirà un’altra, più equilibrata e felice. Se questo è davvero ciò che cerca Gianluca Grignani.