Colpisce e spaventa la vicenda della giovane Maria Elia, appena 17enne. Una nuova emergenza dopo il Covid?
Ha già fatto delle vittime. E dopo la pandemia da Covid-19 (tuttora tutt’altro che superata) spaventa moltissimo. Per questo, infatti, il Parlamento sta tentando di correre per approvare i provvedimenti urgenti per arginare questa nuova epidemia.
Con 176 voti favorevoli, 3 contrari e 21 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato il ddl di conversione in legge del decreto recante misure urgenti per arrestare la diffusione di questa terribile malattia.
Anche le singole regioni stanno prendendo, in realtà un po’ a macchia di leopardo, provvedimenti per arginare questa nuova emergenza. Qualcuno ha chiuso i boschi, vietando la raccolta di funghi e il trekking. Qualcun altro, più permissivo, ha invece mantenuto libere le attività all’aperto.
Ciò che è certo è che questa nuova malattia spaventa non poco. Anche perché ha già fatto alcune vittime. Tra queste Maria Elia, 17enne, morta a Perugia probabilmente per le complicanze della malattia. La giovane ha manifestato dapprima un forte mal di gola e qualche linea di febbre. Subito si è pensato all’influenza stagionale oppure, ovviamente, al Covid. Ma la situazione peggiorerà nel corso delle ore. Fino al decesso, avvenuto lo scorso 27 marzo. I familiari restano sgomenti. All’inizio, infatti, tutto credevano che Maria Elia potesse salvarsi.
L’Umbria, peraltro, con i suoi boschi è tra le regioni più attenzionate. Ma anche Liguria e Piemonte destano preoccupazioni.
Insomma, la Peste suina africana spaventa moltissimo. Di cosa si tratta. Facciamo chiarezza.
La Peste Suina Africana
E’ una malattia virale che colpisce suini e cinghiali. Nel 2014 è esplosa un’epidemia di PSA in alcuni Paesi dell’Est della UE. Da allora la malattia si è diffusa in altri Stati Membri, tra cui Belgio e Germania, mentre in ambito internazionale è presente in Cina, India, Filippine e in diverse aree del Sud-Est asiatico, raggiungendo anche l’Oceania (Papua Nuova Guinea).
Il 7 gennaio 2022 è stato confermata la positività in un cinghiale trovato morto in Piemonte, nel Comune di Ovada, in provincia di Alessandria. Precedentemente in Italia la malattia era presente unicamente in in Sardegna, dove negli ultimi anni si registra un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica. Il virus riscontrato in Piemonte è geneticamente diverso dal quello circolante in Sardegna, e corrisponde a quello circolante in Europa da alcuni anni.
I sintomi da tenere d’occhio, oltre alla febbre, sono anche nausea e vomito, con qualche lieve disfunzione correlata all’apparato respiratorio.
Dal Ministero della salute, queste le indicazioni per: turisti, allevatori, cacciatori, veterinari: gettare sempre residui di carne fresca o stagionata di suino in contenitori chiusi.