Al Bano in tribunale | È stata una truffa, si sceglie il rito abbreviato 

Un falso bonifico al centro del “caso”. Non finiscono i problemi per il cantante di Cellino, in un momento decisamente travagliato della sua vita. Dopo i furti e i danneggiamenti nella sua tenuta, adesso il tribunale si occuperà di una truffa.

Il caso parte dal 2018, oltre tre anni di conflitto si risolveranno tra poco con una decisione del tribunale. E’ stato chiesto il rito abbreviato, che dovrebbe portare ad una rapida soluzione del caso.

Al Bano, l'imputato sceglie il rito abbreviato | Web Source
Al Bano, l’imputato sceglie il rito abbreviato | Web Source

Al Bano vive un periodo travagliatissimo, non solo sul piano personale. Una sfera in cui non ha pace da lunghissimo tempo. Liti con la compagna Loredana Lecciso prima esplose, poi ricomposte, poi di nuovo esplose. Rumors di un ritorno di fiamma con Romina, fortemente negate ma che continuano a farsi spazio sui giornali. E infine il ricovero di Romina. Oltre al dolore, per le difficili condizioni dell’ ex (?) compagna, un puzzle diplomatico di difficilissima soluzione e un grattacapo di cui non c’era certamente bisogno. 

Problemi su problemi per Al Bano. Ma giustizia sarà fatta.

Fortunatamente, nulla di grave per la madre di alcuni dei suoi figli. Almeno da questo punto di vista le preoccupazioni sono rientrate.

I vini di Al Bano, al centro della truffa | Web Source
I vini di Al Bano, al centro della truffa | Web Source

Ma è la grande tenuta di Al Bano, la sua reggia e il suo business a essere colpito ultimamente da problemi, scandali, tentativi di danneggiamento. E’ di pochi giorni fa una notizia che Al Bano stesso ha voluto amplificare con ruggenti dichiarazioni alla stampa, un vero e proprio atto di vandalismo e furto, avvenuto a spese dei suoi vigneti: un danno di oltre 4000 euro, con la sottrazione di numerosi pali in ottone, necessari alla produzione del suo vino, sempre più apprezzato.

Proprio dal vino riemerge una vecchia storia di truffa. Un’azione criminosa compiuta nella sua enoteca. I fatti risalgono al 2018, quando furono acquistate ben 30 casse del suo prezioso vino. Il pagamento era stato previsto nella forma più tracciabile e sicura che esista: il bonifico bancario. Ma il bonifico non è mai arrivato sul conto, era un bonifico falso, contraffatto. 

Al Bano si recò di persona in caserma a denunciare la truffa, avvenuta con dinamica funambolica. In enoteca era arrivata una mail, con la richiesta di acquisto di 30 casse di vino. Due giorni dopo, la copia del bonifico da 2.538 euro, eseguito da una banca delle Canarie. Nel pomeriggio, due individui a bordo di un furgone caricavano la merce e si dileguavano. Parte del carico è stato intercettato dalle forze dell’ordine in seguito alla denuncia di Al Bano e fortunatamente restituito. Ma resta il danno delle casse mancanti e, naturalmente, l’odioso reato.

L’accusa di truffa è costata il processo a un 32enne di Oria, tale Francesco Vagali, che ha organizzato il colpo ai danni del leone di Cellino avvalendosi di un complice. Il procedimento si è fino a oggi trascinato nelle note lungaggini del sistema giudiziario italiano fino alla svolta di questi giorni. L’avvocato di Vagali, Maurizio Besio, ha richiesto il rito abbreviato.

La conclusione finalmente si avvicina. La discussione e la sentenza sono previste per maggio.

 

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