Tanti italiani le stanno già ricevendo. Leggete l’articolo per sapere cosa fare subito ed evitare guai peggiori
Ricevere una lettera o una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate quasi mai significa ricevere buone notizie. In tanti, proprio in queste settimane, stanno ricevendo, tramite posta ordinaria o PEC, delle lettere dell’Agenzia delle Entrate. Più volte vi abbiamo messo in guardia da possibili truffe. Questa volta, invece, si tratta di lettere ufficiali. Ecco come muoversi.
A ricevere le lettere sono i titolari di partita IVA, soprattutto. Migliaia e migliaia di italiani che si muovono (spesso con difficoltà e sacrifici) in questo mare magnum. Si chiamano “lettere di compliance”. E se l’hai ricevuta significa che, dai controlli, sono emerse differenze tra il volume d’affari dichiarato e l’importo delle operazioni comunicate dai contribuenti e dai loro clienti all’Agenzia delle Entrate stessa.
Chi sta ricevendo queste lettere deve quindi verificare la propria dichiarazione dei redditi del 2019. L’Agenzia delle Entrate trasmette una comunicazione al domicilio digitale dei singoli contribuenti (PEC). Oppure, per chi non la possiede, tramite posta ordinaria.
Tutto, comunque, può essere consultato nel cosiddetto “cassetto fiscale”. E’, ovviamente, facoltà del contribuente chiedere informazioni e/o segnalare elementi, fatti o circostanze sconosciute all’Agenzia che ha segnalato presunte anomalie. Ma vediamo, ne dettaglio, cosa si può fare se abbiamo ricevuto questo tipo di comunicazione.
Cosa fare se si riceve una lettera di compliance?
Sostanzialmente l’Agenzia delle Entrate avvisa delle anomalie che possono essere frutto di errore e invita il contribuente al ravvedimento e, quindi, a regolarizzare la propria posizione.
Quindi, quando l’Agenzia ravvisa anomalie nelle dichiarazioni dei redditi avvisa i cittadini che, a loro volta, possono sollevare contestazioni nel procedimento accertativo. Ovviamente, per questa ipotesi vanno forniti documenti e inviate pezze d’appoggio per sostenere la propria posizione.
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Qualora effettivamente la contestazione mossa dall’Agenzia delle Entrate sia fondata, il consiglio è quello di regolarizzare gli errori o le eventuali omissioni al più presto. Anche perché così si potrà beneficiare della riduzione delle sanzioni in ragione del tempo trascorso dalla commissione delle violazioni stesse. Si tratta del cosiddetto ravvedimento operoso.
Quest’ultimo strumento si può mettere in atto (e quindi sanare la propria posizione) pagando l’imposta dovuta e gli interessi innanzitutto. Questi vengono calcolati con il tasso legale annuo dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato. Fino al giorno in cui viene eseguito. Infine, al contribuente toccherà anche il pagamento della sanzione in misura ridotta.
Ve l’avevamo detto che ricevere una lettera dell’Agenzia delle Entrate quasi mai è una buona notizia…