L’ha pugnalata ben 101 volte con un coltello da cucina. Non lasciandole scampo, ovviamente. Il delitto sconvolge il Paese
Quando si dice, non portare rancore… Lei lo avrebbe umiliato da piccolo. E lui avrebbe aspettato ben 31 anni per ucciderla. Deve aver preso alla lettera il detto che la vendetta è un piatto che va servito freddo…
Il protagonista è un uomo di 37 anni, che ha ucciso la sua insegnante delle elementari. Un delitto macabro, violento, perché la donna è stata uccisa a coltellate. Ma assurdo per le motivazioni addotte dal presunto assassino.
Ai magistrati che lo hanno interrogato per far luce sul delitto, l’uomo ha dichiarato che la donna lo avrebbe umiliato nel periodo scolastico. E che, quindi, per questo si sarebbe vendicato. Oltre tre decenni dopo.
L’uomo, quindi, non avrebbe mai superato i problemi con la vittima, risalenti agli anni ’90. In quel periodo lui aveva sette anni. E così, quando l’ha rivista nel novembre del 2020, ha perso il controllo. E l’ha pugnalata ben 101 volte con un coltello da cucina. Non lasciandole scampo, ovviamente.
Delitto irrisolto per quasi un anno e mezzo
L’assassinio è rimasto senza colpevole per 16 mesi. E questo nonostante la polizia, già nell’immediatezza del crimine, avesse prelevato numerosi campioni di DNA lasciati sulla scena.
Ma dopo 16 mesi, la verità. Che sconvolge il Paese. Il fatto, infatti, è avvenuto in Belgio, a pochi chilometri da Anversa e tutta la nazione è segnata da un crimine così incredibile.
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La vittima si chiamava Maria Verlinden, 59 anni, conosciuta come una devota cristiana che aiutava bisognosi e senzatetto del luogo, impiegando proprie risorse. Mentre il suo ex alunno e suo killer, Gunter Uwents. L’uomo, dopo aver brutalmente assassinato l’ex maestra, ha abbandonato l’abitazione, lasciando tutto in ordine. Niente è stato toccato. Né la borsa della vittima, né i soldi al suo interno.
Pur avendo, fin da subito, scartato l’ipotesi di una rapina finita male, gli inquirenti hanno quindi brancolato nel buio per mesi. Poi Uwents, forse quasi compiaciuto, ha confessato il delitto a un amico, che ha, a sua volta, allertato la polizia.
Agli investigatori, il presunto omicida ha rivelato che la donna, da sua insegnante, lo avrebbe umiliato e sminuito: “Quando alzavo la mano, indicava sempre qualcun altro per rispondere, mai me e questo mi ha reso molto infelice”. Descritto come una persona schiva e timida, non aveva dato mai segni di squilibrio. Ma, evidentemente, covava dentro tanto odio da oltre 30 anni.