A tutti capita di svegliarsi nel cuore della notte. Non si sa perché, ma ci si sveglia, ci si guarda intorno, ci si gira dall’altra e ci si riaddormenta. Quando va bene…
Dormire otto ore filate sarebbe l’optimum del riposo per gli esseri umani, ma non sempre ci si riesce. A parte i neonati che devono dormire oltre le dieci ore al giorno, gli adulti hanno bisogno di un numero di ore di sonno che tende a diminuire con l’aumentare dell’età.
Il sonno come bene primario
L’uomo trascorre un terzo della propria vita tra le braccia di Morfeo; una quantità di tempo cospicua da cui deriva parte del nostro benessere. Il sonno, per il corpo umano, non è solo riposo nel senso di assenza di attività, ma è un fenomeno durante il quale vengono svolte innumerevoli funzioni cognitive, immunologiche, cardiovascolari oltre alla riparazione dei tessuti.
Ma in realtà le teorie che tentano di dare spiegazioni al sonno sono molteplici. La prima è quella ristorativa, che interpreta il sonno come mero recupero delle energie consumate nel corso della giornata. Un’altra vede questo momento come una modalità di conservazione di energia. Durante le ore di veglia il nostro corpo usa tantissima energia per mantenere costante la temperatura e attivo il metabolismo, mentre durante il sonno tutto si riduce del 10%. Una terza lo interpreta come un momento di crescita intellettuale, nel senso che durante il sonno c’è l’evidenza di un incremento dell’attività cerebrale con la fissazione di quanto appreso. Questa sarebbe la spiegazione per cui i neonati hanno bisogno di dormire più a lungo. L’ultima teoria ne parla in termini di evoluzione della specie. I predatori dormono più a lungo delle prede.
L’interruzione del sonno
Se invece avessi un sonno disturbato con interruzioni ad un’ora precisa senza riuscire più a dormire potresti avere un problema. L’ora “maledetta” è intorno alle 3 del mattino. Ma quali potrebbero essere le possibili cause?
La prima, sicuramente è lo stress, l’ansia che non molla e che disturba il riposo. Un’altra sono le difficoltà di respirazione; la congestione nasale, la tosse sono tutti fattori che incidono sulla durata e la qualità del sonno. Poi c’è l’insonnia propriamente detta, una condizione patologica di assenza di sonno e la sensazione di riposo insoddisfatto ad essa correlata. Anche alcune patologie influiscono sul riposo notturno; una è il diabete. I picchi di glicemia tendono a far svegliare, chi ne è affetto, sempre alla stessa ora.
Leggi anche ->Dieta: il segreto per dimagrire risiede nel sonno: dormire bene riduce l’appetito | Effetti immediati
I rimedi
Per avere un sonno più lungo e sereno, potrebbe essere utile evitare di consumare caffè o bevande contenenti caffeina nel corso della giornata ed evitare i riposini pomeridiani. Ma quando la cosa diventa preoccupante è sempre il caso di rivolgersi al medico.