La guerra arriva sulla nostra tavola | Era “vietato” ma torneremo a mangiarlo

La guerra oltre alle terribili conseguenze legate alle devastazioni con la conseguente perdita di vite umane, ne porta con sé molte altre legate all’economia ed anche, strano a dirsi all’alimentazione.

La guerra che ormai da un mese vede coinvolte Ucraina e Russia è un colpo al cuore della vecchia Europa. Sapere di avere un conflitto alle porte di casa è destabilizzante e riporta alla memoria scenari che, sicuramente non sono stati vissuti in prima persona, ma appartengono al narrato di ognuno di noi, ad una memoria collettiva che è ben lungi dall’essere sopita.

La guerra
Le conseguenze della guerra (web source)

Le conseguenze della guerra

La prima conseguenza che è avvertita da tutti è il rincaro del prezzo del gas, che dall’inizio del conflitto è aumentato del 30%. Le bollette energetiche sono arrivate ad incidere sul portafoglio degli Italiani come mai prima d’ora. Lo stesso vale per i combustibili, benzina e diesel che hanno raggiunto cifre da capogiro ed anche il taglio delle accise non è servito a risolvere la situazione.
L’Ucraina è uno dei maggiori fornitori di mais come foraggio per allevamento. Con la guerra in atto tutta la filiera è stata compromessa e questo produrrà un rialzo sui costi delle carni e del latte non solo all’ingrosso, ma anche al dettaglio in Italia. Il nostro paese, inoltre, importa grano dall’Ucraina per il 20% del suo fabbisogno. Le mutate condizioni geopolitiche porteranno farina e derivati verso un aumento dei prezzi al dettaglio.

A mali estremi…

Un altro prodotto destinato a scomparire o quasi dai supermercati perché importato dall’Ucraina è l’olio di semi di girasole. Poco male? E invece no. L’olio di girasole aveva sostituito in tutte le preparazioni alimentari quello di palma, considerato poco salutare oltre che complice della deforestazione selvaggia. Molte aziende alimentari stanno lanciando l’allarme. L’intera filiera è a rischio. L’Ucraina è il massimo produttore di olio di semi di girasole. La mancanza di produzione unita all’interruzione delle forniture spingeranno le industrie a cercare un sostituto. Il prescelto è il “maledetto” olio di palma. L’olio di palma era stato sostituito nelle preparazioni alimentari non in quanto tossico di per sé, ma perché i processi di lavorazione lasciano al suo interno dei contaminanti.

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Non sarà comunque una cosa semplice. Sostituire un ingrediente in preparazioni industriali non è come farlo nella planetaria di casa. Dal punto di vista dell’industria alimentare questo si traduce in un completo ripensamento e rimodulazione delle ricette e di tutti gli ingredienti e non è affatto una cosa semplice. Per rimettere tutto a punto sarà necessario non solo tempo ma anche un aumento dei costi.

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