Scuola del Metaverso: alunni con visori 3D in un mondo senza emozioni

Al via a Milano, progetto sperimentale della prima scuola nel Metaverso. Gli studenti catapultati in un mondo 3D.

Un nuovo metodo di apprendimento senza banchi di scuola, senza socializzazione in classe o sguardi complici scambianti tra studenti o che fanno arrossire, risate e rimproveri del professore. La scuola del futuro vuole introdurre i giovani in un mondo glaciale, senza empatia, ascetico, in una dimensione virtuale. D’altronde la DAD aveva già preparato la popolazione messo le basi per questo scenario. A Milano, viene avviato un progetto pilota di scuola 3D con occhiali virtuali.

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Apprendimento con occhiali 3D

Il progetto in via sperimentale avrà come cavie gli studenti dell’istituto St. Louis School di Milano, che fa parte di Inspired Education Group, gruppo globale di scuole premium presente in cinque Continenti. Il metodo di apprendimento promosso da Inspired Education Group si basa sul metaverso. Un metodo ibrido per approfondire lo studio con visori 3D, guanti con sensori, avatar e ambienti virtuali che riproducono le aule, laboratori, luoghi della cultura. Gli studenti saranno messi a confronto con studenti a distanza di migliaia di chilometri con i quali potranno anche interagire.

Si tratta di un progetto educativo di scuole globali dove gli studenti potranno approfondire i loro studi in modalità “realtà virtuale“.

Ancora una volta, la globalizzazione entra a spada tratta nella cultura locale. Azzerando le particolarità locali, la storia di una nazione, i suoi usi e costumi.

Tecnologia del metaverso a scuola

Gli alunni studieranno in classi virtuali. La tecnologia consentirà alcune sperimentazioni particolari come ad esempio vivere in prima persona la dimensione in scala di un dinosauro oppure di giocare con gli atomi o di esplorare il corpo umano.

Secondo quanto riferiscono i promotori, l’Inspired Metaverse è paragonabile a un game-changer educativo in quanto permetterà agli studenti di collaborare e interagire tra loro all’interno dell’ambiente di realtà virtuale.

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Studenti in aula

L’intento vuole essere quello di un metodo di educazione immersiva sostenuto dai dati delle precedente sperimentazioni. Infatti, secondo quanto comunicano i promotori del progetto, “il 40% degli studenti in modalità Virtual Reality sono più sicuri nell’applicare ciò che è stato insegnato e il 150% più impegnati. Inoltre, si è scoperto che la Virtual Reality è più veloce del 400% rispetto all’apprendimento in aula”.

“L’introduzione della tecnologia Virtual Reality e Metaverso nelle nostre scuole è incredibilmente eccitante. Nelle scuole Inspired siamo impegnati in metodi di apprendimento innovativi per migliorare l’istruzione dei nostri studenti e l’uso della tecnologia avanzata è una parte fondamentale di questo viaggio”. Commenta Nicholas Wergan, Group Education Director di Inspired confermando che la pandemia ha contribuito a lanciare l’iniziativa.

“Durante la pandemia abbiamo assicurato con successo che gli studenti non perdessero un giorno di apprendimento attraverso la formazione continua online. Crediamo che la tecnologia online e la Virtual Reality migliorino l’istruzione che forniamo e che l’apprendimento ibrido sia qui per restare”.

 Virtuale vs empatia

Di fronte a un’iniziativa del genere non si può che essere critici. L’apprendimento e lo sviluppo delle facoltà cognitive non può essere lasciato in mano alla tecnologia. Le facoltà cognitive si basano su esperienze sensoriali reali, i cinque sensi. La carenza di empatia alla quale inducono questi strumenti è un segnale che deve essere allarmante.

L’impatto sui giovani, in una fase di crescita che si deve basare sulle relazioni sociali, la gestione delle emozioni e dei sentimenti, nella ricerca della propria identità e personalità può essere devastante.

Approcciare l’educazione come “un gioco” virtuale è nefasto. Negli anni precedenti, miriade di studi hanno lanciato l’allarme sull’impatto negativo degli strumenti tecnologici e sugli effetti deleteri a livello neurologico. Senza contare che questi strumenti device hanno anche un impatto a livello di inquinamento ambientale, elettromagnetico, i cui effetti sono oggetto di studio.

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