Infarto: si può battere facendo una cosa che molti italiani rifiutano | Continueranno anche stavolta?

Si può prevenire l’infarto, come si farebbe con una normale malattia? Una ricerca in fase avanzata dimostra che le malattie cardiovascolari si possono combattere alla radice, proprio come è stato fatto con il virus. Ci saranno cittadini che lo rifiutano?

Il Covid, forse, ha oscurato altre malattie importanti e non assolutamente da sottovalutare, a causa di un’emergenza planetaria che ci coinvolge da oltre due anni. Malattie come quelle cardiovascolari, ad esempio, che determinano oltre 40.000 decessi all’anno in Italia.

Infarto (Web source)
Infarto, nuova soluzione (Web source)

L’obiettivo è quello di ridurre questo importante numero. Già, ma come? Il centro cardiologico Monzino di Milano, in tal senso, coinvolgerà altri 19 ospedali italiani per rendere meno efficaci i valori negativi del colesterolo.

Parliamo di tutti centri coinvolti in un particolare studio chiamato Victorion -2P, dove verrà valutata l’efficacia del farmaco Inclisiran nella prevenzione di infarti ed ictus, in un periodo che va dai tre ai sei anni.

Lotta contro il colesterolo: cosa c’è da sapere

Innanzitutto, è bene dire che l’Inclisiran non è esattamente un farmaco sconosciuto. E’ infatti già in uso nei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare, una malattia causata da una particolare alterazione genetica che produce un eccesso di colesterolo nel sangue.

Si tratta di un farmaco che, se iniettato sotto pelle, interagisce con l’Rna messaggero (mRna) ed innesca il silenziamento del gene che codifica per l’enzima PCSK9.

Ha il compito di ridurre il numero di recettori che legano le lipoproteine a bassa densità. E che favoriscono l’assorbimento della frazione più pericolosa del colesterolo all’interno delle cellule.

Aumentando il numero di recettori di superficie, Inclisiran favorisce la rimozione del colesterolo “cattivo” dalle arterie e l’assorbimento a livello epatico. Ciò, ovviamente, va fatto solo su chi ne ha davvero bisogno.

In questo caso, il farmaco è ben tollerato e provoca effetti collaterali meno gravi rispetto alle statine ad alte dosi. La bassa tossicità, in effetti, è un aspetto fondamentale perché i pazienti candidabili allo studio sono quelli che in passato hanno già avuto un infarto o ictus.

L’azione può durare a lungo, così da permettere di effettuare una somministrazione ogni sei mesi. Un risultato potenzialmente salvavita per chiunque finisca per non rispondere più ai farmaci già a disposizione in commercio e con i quali è già stato avviato un trattamento.

PROBLEMI DI CUORE, LA SOLUZIONE TARGATA 2022

Per chi ha un cuore che ha già avuto problemi, le ultime linee guida europee per la gestione delle dislipidemie fissano il limite a 55 mg/dl di somministrazione. Una soglia che però purtroppo non sempre si riesce a raggiungere somministrando ai pazienti le statine.

Come dichiarato da Piergiuseppe Agostoni, direttore del dipartimento di cardiologia critica e riabilitativa del Monzino, chi ha avuto un infarto o un ictus potrebbe non trovarsi in una situazione migliore nemmeno con la massima dose tollerata di statine.

Inclisiran (Web source)
Inclisiran, cosa può fare (Web source)

In Italia sono a disposizione da anni anticorpi monoclonali, assunti tramite iniezioni sottocutanee quindicinali o mensili ed a disposizione (dal 2019) per tutti i pazienti ad alto rischio.

Un’opportunità che non è considerabile “ultima spiaggia”. Già, perché con l’avvento dell’Inclisiran, l’aderenza alla terapia dei pazienti potrebbe diventare ancor più migliore. La molecola pare in grado di determinare la riduzione di colesterolo Ldl con soltanto due iniezioni all’anno.

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Se la riduzione dei valori di colesterolo sarà accompagnata da un calo della mortalità, l’Inclisiran si candiderà ad essere un’opzione importante per tutte le persone ad alto rischio vascolare.

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