Telegram è stato messo fuori legge | Milioni di utenti rimangono senza chat

Applicazione accusata di divulgare fake news e di essere, di fatto, un “porto franco” sotto il profilo criminale. È finita per lei.

“Il disprezzo della normativa e il ripetuto mancato rispetto di numerose decisioni giudiziarie da parte di Telegram – società che opera in territorio, senza indicarne il rappresentante – è una circostanza del tutto incompatibile con l’attuale ordinamento costituzionale, oltre a contraddire espressamente una disposizione di legge”. Queste le motivazioni con cui la Suprema Corte ha messo al bando la nota app di messaggistica.

Telegram fuori legge | Web Source
Telegram fuori legge | Web Source

Telegram è un servizio di messaggistica istantanea e broadcasting basato su cloud ed erogato senza fini di lucro dalla società Telegram LLC, una società a responsabilità limitata con sede a Dubai, fondata dall’imprenditore russo Pavel Durov.

Nelle motivazioni con cui Telegram è stato messo al bando, il giudice ha sottolineato che la legislazione “prevede la necessità per le società che gestiscono servizi Internet di conformarsi alle decisioni giudiziarie”.

Un’inchiesta giornalistica, infatti, avrebbe dimostrato l’utilizzo di Telegram per diversi tipi di reato. Propagare incitamento all’odio, traffico di droga, commercio di denaro falso, propaganda nazista e vendita di certificati di vaccinazione falsi.

Da qui la messa al bando dell’applicazione.

Addio a Telegram?

Un giudice della Corte Suprema in Brasile ha infatti deciso di bloccare la popolare applicazione di messaggistica Telegram a livello nazionale, escludendo uno dei canali di comunicazione preferiti del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro.

Telegram (web source) 2
Telegram (web source)

Si chiama Alexandre de Moraes il giudice della Corte suprema federale del Brasile (Stf) che ha ordinato la sospensione dell’applicazione di messaggistica Telegram in tutto il Paese. L’ordinanza, emessa su richiesta della Polizia federale, è stata inviata alle piattaforme digitali e ai fornitori di servizi internet. Che adesso dovranno adottare i meccanismi per rendere impraticabile l’utilizzo dell’applicazione.

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Secondo i giudici, Telegram non è collaborativa con le autorità giudiziarie e di polizia di diversi Paesi. Per questo, quindi, sarebbe una sorta di “porto franco” sotto il profilo criminale. Ma potrebbe non essere arrivata l’ultima parola sul punto.

Secondo alcune fonti, infatti, si potrebbe anche arrivare alle revoca del blocco della nota applicazione, accusata inoltre di divulgare fake news. Qualora si arrivasse infatti alla nomina di un rappresentante ufficiale dell’azienda nel Paese sudamericano, si potrebbe risolvere la situazione.

La procura di San Paolo ha infatti concesso all’app 10 giorni per fornire dettagli sulle iniziative volte a prevenire la trasmissione di notizie false. In ottemperanza all’ingiunzione della Stf.

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