Non è ancora andato via e già ritorna. Ma non solo, mentre nel clamore della guerra il virus ha lasciato le prime pagine, la sua circolazione non si è mai fermata. Anzi è aumentata in maniera preoccupante in tutta Europa, al punto da spingere a nuove misure restrittive.
La guerra ha occupato tutte le prime pagine, con la sua tragedia e le sue preoccupazioni per il futuro. I telegiornali non si aprono più con i numeri della pandemia.
Ma la pandemia, purtroppo, è ancora qui. E non accenna a scomparire. Nuove esplosioni in Cina e a Hong Kong hanno portato a nuovi, giganteschi e severissimi lockdown.
L’ottimismo di qualche mese fa è definitivamente svaporato. E così, mentre esplodono le bombe, i comitati tecnici di tutta Europa fanno lunghi passi indietro sul rilassamento delle misure restrittive.
Il primo passo di una nuova politica, molto meno ottimistica verso il decorso della pandemia, sarà con ogni probabilità l’allargamento della quarta dose. E’ un invito che Giorgio Crisanti rivolge in modo pressante: Omicron2 è contagiosissima, ormai ha preso il sopravvento sulla già terribilmente infettiva Omicron “normale”. Ma soprattutto, la variante non è affatto una passeggiata. Sui soggetti fragili e non vaccinati può dare una malattia estremamente grave.
Il Comitato Tecnico Scientifico discuterà nei prossimi giorni di un allargamento della quarta dose alle fasce di popolazione più anziana, e non solo agli immunodepressi e ai trapiantati, come avviene oggi.
Ma il capitolo più doloroso per tutti potrebbe essere un ampio passo indietro sull’abbandono delle misure restrittive. Visto l’andamento negativo dei contagi, l’Austria deciderà molto probabilmente di tornare alla mascherina ffp2 all’aperto.
E in Italia? Rispetto ad altri paesi, il nostro ha un alto tasso di vaccinati. Il governo Draghi e l’approccio militare del Generale Figliuolo hanno fatto molto per dare una svolta alla campagna vaccinale.
Fabrizio Pregliasco, il direttore del Galeazzi di Milano si è espresso chiaramente sui rischi di una nuova andata, che prevede per giugno. Secondo il virologo occorre molta produnza nelle riaperture e nella abolizione del Green Pass: “Lasciamo l’eliminazione al primo maggio ma comunichiamo che c’è la possibilità di tornare indietro se i numeri andassero male”.
Una linea che il ministro della Salute Roberto Speranza ha già sposato in pieno, dichiarando che l’evidenza scientifica sarà la bussola nelle prossime settimane.
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Occhio ai numeri, dunque. Se dovessero diventare drammatici, molto potrebbe cambiare in tutte le decisioni già annunciate.
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