Il governo vara un provvedimento che renderà più leggero il pieno degli italiani. Almeno quelli che hanno titolo per ricevere il bonus benzina di ben 200 euro. Curiosamente, gli esclusi saranno proprio quelli che ne avrebbero più bisogno.
Che alla pompa della benzina siano tempi duri, lo sappiamo. Aumenti delle materie e speculazione (l’accusa viene direttamente dal ministro Cingolani) hanno portato i prezzi alle stelle.
Tra costo di muoversi, esplosione delle bollette e aumenti a catena di tutti i prezzi, il bilancio familiare rischia di saltare, se non lo aveva già fatto prima.
A metterci una pezza ha provato il Decreto Energia del governo: uno sforzo notevole per contenere i prezzi di luce, gas e carburanti. Al suo interno una novità importante: le aziende potranno (attenzione, non “dovranno”) cedere ai loro dipendenti buoni benzina fino a un valore di 200 euro, a titolo gratuito. Il buono ricevuto dal dipendente non entrerà a fare parte del reddito come altri “fringe benefits”, in altre parole non verrà tassato.
Un fatto notevole, anche se sarebbe stato pazzesco tassare un aiuto che le aziende sono “invitate” a dare di tasca propria ai propri dipendenti. E questo per tamponare un momento di emergenza, che si spera rientri presto.
Fin qui le buone notizie. Se siete dipendenti di una azienda privata, e la vostra azienda decide di aderire all’autorevole invito del consiglio dei ministri, e stabilisce di farvi questo regalo, il pieno diventerà almeno per un periodo, decisamente meno impegnativo. 200 euro anche ai prezzi folli dell’ultimo periodo significano circa 86 litri di carburante (benzina o diesel, scegliete voi, in questo periodo storico i prezzi dei due si rincorrono e si superano ogni giorno).
Chi sono gli esclusi dal bonus
Chi è escluso? Anzitutto i dipendenti pubblici. Con quale logica lo stato invita le aziende private a fare ai propri dipendente un “regalo” che lui stesso ha deciso di non fare?
La logica ahimé la conosciamo: un budget in perenne affanno, che già fatica ad arrivare alla fine dell’anno. Si risparmia su ristrutturazioni, investimenti, aggiornamento e tutto ciò che non sia strettamente monte stipendi. Una spesa che viene vissuta più come welfare, o dura necessità, che come spesa produttiva di beni, servizi, felicità, lavoro, organizzazione per tutto il paese. Se si voleva dare ai dipendenti pubblici produttivi ed efficienti una ragione in più per essere demotivati e cercarsi un lavoro altrove, il “bonus benzina” glielo dà. Poi chiediamoci come mai l’impiego pubblico sia sempre più depauperato di risorse umane, e vissuto solo e semplicemente come un sussidio a cui dare in cambio il minore entusiasmo e impegno possibile.
Altra categoria esclusa sarà quella dei lavoratori autonomi: ovvero quelli che in macchina sono costretti ad andarci più di tutti, e la benzina se la pagano tutta, senza flotte aziendali a disposizione.
Leggi anche ->Benzina e diesel, ecco come tagliare consumi e costi | E’ gratis e puoi farlo subito
Si poteva fare decisamente meglio. Ma buon per quella percentuale di lavoratori privati che riceverà il mitico e sospirato “buono benzina” da 200 euro. Hurrah!