Presto lo stato d’emergenza volgerà al termine, mentre lo smart working è destinato a rimanere. Ecco le previsioni del Governo.
Con la diffusione della pandemia di Covid-19, lo smart working (o lavoro agile) è entrato a far parte della quotidianità di milioni di persone.
A partire dal 31 marzo lo stato d’emergenza legato alla virus avrà fine e verranno eliminate molte delle restrizioni con cui abbiamo imparato a convivere in questo ultimo periodo. Cosa succederà allo smart working?
La fine dello stato d’emergenza
Malgrado la diffusione del virus stia avendo un’impennata in questi giorni (in particolare per quanto riguarda la sotto-variante Omicron), la fine dello stato d’emergenza è sempre più vicina.
Ci saranno molto cambiamenti, nella speranza di poter tornare ad una “normalità” che sembra essere diventata un lontano ricordo. Ma torneremo realmente a vivere come prima?
Innanzitutto, dal 1 aprile, non ci saranno più né le zone a colori né il Comitato Tecnico Scientifico che era stato creato per fronteggiare l’emergenza.
In molte regioni si stanno preparando per dire addio anche agli hub vaccinali e ai centri tamponi. Si sta procedendo con un graduale smantellamento di tali strutture. Presto bisognerà rivolgersi a medici di base, pediatri e ambulatori per tamponi e vaccini.
Con la fine dello stato d’emergenza, inoltre, non sarà più obbligatorio avere il Green Pass per entrare nei locali al chiuso (come bar, ristoranti e palestre), che torneranno ad una capienza del 100%.
Anche per quanto riguarda hotel, esercizi commerciali, spettacoli, feste e fiere non sarà più necessario il Green Pass. Sembrerebbe quindi arrivato il momento di lasciarsi alle spalle tante limitazioni.
Il prolungamento dello smart working
Cosa ne sarà dello smart working? Nelle scorse ore è stato approvato un prolungamento di quest’ultimo, nonostante l’imminente fine dello stato d’emergenza.
Lo smart working è stato prolungato fino al 30 giugno. A gran volere delle aziende, che vengono agevolate in caso di contrattazione collettiva, e di molti cittadini che hanno potuto usufruire del lavoro agile fino ad oggi.
Secondo il nuovo testo unificato, si è in smart working nei casi in cui si lavora al di fuori dal proprio ufficio per almeno il 30% del tempo. Al di sotto di tale soglia, non è necessario un accordo nazionale.
Il nuovo testo ha mantenuto l’obbligo di contrattazione individuale aggiungendo delle norme generali che necessitano di essere regolate dalla contrattazione nazionale. Sono già molte le aziende che stanno procedendo con accordi di contrattazione collettiva.
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Fondamentale è il trattamento equiparato che deve spettare a chi lavora in smart working rispetto a chi lavora in ufficio. Vengono infatti previsti gli stessi doveri e diritti economicamente e normativamente parlando.