La scoperta viene dall’università di Gerusalemme. Si tratta di un trattamento rivoluzionario che arresta l’invecchiamento e il deterioramento degli ovuli.
Sempre più donne decidono di affrontare la maternità in età avanzata. Secondo i dati eurostat relativi al 2019, l’età media delle donne al primo parto in Europa varia tra i 26 e i 31 anni. In Italia e in altri due Stati UE, Spagna e Lussemburgo, l’età media del primo parte è superiore ai 31 anni. Le donne del nuovo millennio riescono a mantenersi in forma fino ad età avanzata. E così, dopo una vita dedicata alla propria carriera, molte donne decidono di diventare mamme anche a 50 anni.
Nel linguaggio comune, l’orologio biologico è un istinto di maternità che scatterebbe ad una certa età nelle donne che non hanno avuto figli. Sono numerosi gli esempi, soprattutto tra le dive, quali la super top model Naomi Campbell, l’attrice Cameron Diaz e altre celebrità che hanno deciso di affrontare la maternità a 50 anni. In Italia, la stessa Cristina d’Avena ha deciso di affrontare una maternità over 50.
Tra madre surrogate e tecniche di procreazione assistita il business della fecondità è un settore che al pari della chirurgia estetica sta crescendo, grazie anche alle nuove ricerche e tecnologie.
Un nuovo studio, condotto da un gruppo di ricercatori israeliani dell’Università Ebraica di Gerusalemme, ha individuato un trattamento con il quale sarebbe possibile ritardare l’invecchiamento cellulare degli ovuli. Il tasso di fecondità infatti varia in base alle età della donna. La possibilità di rimanere incinta dopo i 40 anni in maniera naturale è molto ridotta.
Questo tasso dipende dal deterioramento degli ovuli. Tuttavia, i ricercatori sono riusciti a invertire questo fenomeno con un antivirale utilizzato per il trattamento di paziente affetti da HIV. Si tratta di un farmaco che previene il danno al DNA in caso di infezione virali e che potrebbe essere applicato per prevenire l’invecchiamento degli ovuli.
“Molte donne stanno cercando di rimanere incinta a 40 anni e pensiamo che questo potrebbe effettivamente aumentare il loro livello di fertilità. Entro dieci anni, speriamo di utilizzare questi farmaci antivirali per aumentare la fertilità tra le donne anziane”. Commenta Michael Klustein, biologo molecolare, a capo della ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica “Aging cell”, nel mese di febbraio 2022.
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Se dopo i 40 anni, la possibilità di restare incinte è del circa 5%, attraverso trattamenti specifici di procreazione assistita, il tasso sale al 25%.
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