L’intelligenza dei polipi: hanno imparato a utilizzare i rifiuti marini meglio degli umani

I polpi, con la loro ben nota intelligenza, hanno imparato a utilizzare i rifiuti marini. Anche in profondità queste creature marine li usano a loro vantaggio.

L‘inquinamento dei mari e degli oceani è il male del secolo. Milioni di tonnellate di rifiuti finisco in acqua. I fondali sono pieni di detriti di ogni sorta. Oggetti pericolosi per gli abitanti dei mari che finiscono spesso in trappole mortali come le reti da pesca abbandonate. Isole di plastica galleggianti, dalle dimensioni di un continente. E’ la triste realtà con la quale fare i conti. In questo scenario apocalittico, alcuni ricercatori hanno scoperto le straordinarie facoltà di adattamento di alcune specie marini che hanno saputo sfruttare a loro favore gli scarti della nostra società del consumo.

Le immagini diffuse da un gruppo di ricercatori brasiliani e del Dipartimento di Biologia dell’università di Napoli Federico II, conducendo uno studio sui polpi hanno portato alla luce alcune interessanti scoperte. La ricerca intitolata “In an octopus’s garden in the shade: Underwater image analysis of litter use by benthic octopuses” è stata pubblicata sulla rivista scientifica Marine Pollution Bullettin. 

Polipi e rifiuti nei fondali

Lo studio ha considerato l’impatto dell’inquinamento sul mare e gli animali marini. E’ emerso che i polipi hanno saputo adattarsi ai rifiuti e anche le specie che vivono più in profondità hanno sfruttato a loro favore questi scarti utilizzandoli come rifugi per mimetizzarsi dalle prede.

Un fenomeno che, sottolineano i biologi marini “sembra essere in aumento“.

Durante la campagna di monitoraggio in immersione, le fotografie subacquee mostrano come bene 8 specie di animali marini e 24 specie di polipi hanno trovato riparo nei rifiuti. Molti esemplari si nascondevano nelle bottiglie di vetro, altri nelle lattine di metallo, addirittura nelle batterie o sotto a montagne di tappi di bottiglia. Le stesse conchiglie marine sono state fotografate mentre si spostavano sotto ad oggetti di plastica. Un modo per sfuggire ai predatori.

“Gli oggetti di vetro erano presenti nel 41,6% delle interazioni e la plastica nel 24,7%. L’Asia ha presentato il maggior numero di immagini e la maggior parte dei dati risale al 2018-2021. La citizen science ha fornito prove importanti sulle interazioni polpi/rifiuti marini, evidenziandone il valore e la necessità di ulteriori approfondimenti sull’argomento“.

L’impatto dei rifiuti marini sulle specie animali

Questo comportamento dimostra una straordinaria capacità di adattamento delle specie animali. Non a caso, per i ricercatori si tratta di “informazioni fondamentali per aiutare a prevenire e a mitigare gli impatti dei rifiuti sui polpi e identificare numerose incognite che potrebbero richiedere attenzioni particolari”.

“I filmati che sono stati ripresi nelle acque profonde sono estremamente interessanti, perché anche a grandi profondità questi animali interagiscono con la spazzatura. Vedono chiaramente che c’è molta spazzatura in giro e che questa può essere utile per una sorta di mimetismo artificiale. Questo dimostra la loro estrema capacità di adattamento. Sono animali molto intelligenti e useranno ciò che hanno a loro disposizione per continuare a ripararsi o andare in giro con una protezione”. Commentano le ricercatrici Linda Geddes e Maira Proietti dell’Instituto de Oceanografia dell’Universidade Federal do Rio Grande.

Secondo quanto rivelato, a differenza delle altri specie che popolano i fondali, i polpi sembrano preferire gli oggetti intatti e i contenitori più scuri o opachi.

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Pericolo in fondo al mare

Nonostante i possibili effetti positivi, l’uso dei rifiuti come rifugio potrebbe avere implicazioni negative. E’ quanto ricordano i biologi, sottolineando che “ripararsi o deporre le uova all’interno di pneumatici, batterie oppure negli oggetti di plastica potrebbe esporre i polpi ai metalli pesanti e ad altre sostanze chimiche nocive”.