Nada ha attraversato la storia della musica italiana per più di tre decenni con le sue canzoni, ma solo in pochi conoscono il dramma che la donna ha dovuto affrontare.
Ma che freddo fa… cantava Nada qualche anno fa, una delle sue canzoni più popolari e di maggior successo. Una cantante con talento particolare ed un passato non semplicissimo, legato anche alla sua storia familiare.
Malanima
Nata in una frazione di Rosignano Marittimo in Toscana, Nada Malanima, spinta dal padre musicista, si dedica prestissimo alla musica. A soli quindici anni arriva al Festival di Sanremo con la canzone Ma che freddo fa.
Il successo è immediato e tutti impazziscono per questa ragazzina con la voce così particolare. Com’era d’uso all’epoca, i giornali le affibbiano un soprannome legato ad un animale; era già accaduto con Mina (la tigre di Cremona), Milva (la pantera di Goro), Iva Zanicchi (l’aquila di Ligoncio) e Orietta Berti (l’usignolo di Cavriago). A Nada è toccato essere il “pulcino del Gabbro” a causa della sua giovane età.
A quella fortunata canzone seguono molte altre hit tra cui Pa’ diglielo a ma’, Io l’ho fatto per amore, Il cuore è uno zingaro. Partecipa a molte edizioni del Festival di Sanremo e della trasmissione, allora legata alla Lotteria Italia, Canzonissima.
Con gli anni la sua musica si evolve grazie anche all’incontro con Gerry Manzoli, il batterista dei Camaleonti che poi diventerà suo marito. Collaborerà con altri grandi artisti come Antonello Venditti, Claudio Baglioni e Riccardo Cocciante.
Negli anni Ottanta vedono una sua nuova giovinezza artistica con la canzone Amore disperato. Da allora in poi la sua produzione è tutta improntata a farsi un nome come cantautrice.
La storia personale
Suo padre era un contadino con la passione per la musica (suonava il clarinetto), ma fu la mamma a spingerla verso il mondo dello spettacolo; voleva fare di lei una persona famosa.
Un rapporto forte quello con la madre, anche se, come ha raccontato in una intervista al Corriere della sera, non semplice, fatto di scontri continui dovuti ai loro caratteri, forti e decisi.
Leggi anche -> Ansia, depressione ed autolesionismo: gli adolescenti sono le vittime della solitudine da pandemia
In più la mamma di Nada soffriva di quello che una volta si chiamava “esaurimento nervoso” o “crisi nervose”, quello che oggi andrebbe indicato come una delle varie forme di depressione. Certe volte il suo malessere era tale da richiedere il ricovero in ospedale. Era in questi frangenti che Nada bambina provava il terrore di non rivedere più sua madre.
Nada non aveva il sacro fuoco per il successo, ma quando cantava vedeva la mamma felice e decise quindi di farlo per lei.