L’Italia sta tornando un paese selvatico | Dopo i lupi anche lo sciacallo è tornata nei nostri boschi: avvistato nel Lazio

Lo sciacallo dorato si sta diffondendo in Italia. Dal Friuli, alla Toscana, è arrivato nel Lazio. Ecco i primi avvistamenti dalle foto trappole predisposte per il monitoraggio dei lupi

Dopo gli straordinari avvistamenti in Toscana dove a fine 2021 sono state registrate le prime presenze dello sciacallo dorato nell’area in provincia di Prato, la specie è stata segnalata nel Lazio.

La specie, negli ultimi anni, si è stabilita nel Nord Italia, tra il Friuli Venezia Giulia, Veneto e il Trentino, anche se alcune segnalazioni sono arrivate dal Piemonte e dall’Emilia Romagna.

Un primo avvistamento dello sciacallo dorato in Toscana, registrato nel dicembre 2021, nell’area del Comune di Montemurlo, in provincia di Prato, grazie alle foto-trappole tese da Francesco Bacci della Fondazione Parsec, ha avuto una certa risonanza. L’esemplare era nei pressi di un Centro recupero fauna selvatica e vicino a un’area umida.

Sciacallo
Lo sciacallo dorato (web source)

Nell’arco di poche settimane, un nuovo avvistamento ha colpito gli esperti che stanno monitorando la specie. Un esemplare di sciacallo dorato è stato infatti segnalato nella zona del Circeo nel Lazio.

E’ quanto ha confermato Luca Lapini, uno dei maggiori esperti della specie, sul Forum dell’Associazione studi ornitologici e ricerche ecologiche del Friuli Venezia Giulia (ASTORE FVG).

Sciacallo dorato nel Lazio

Le immagini dello sciacallo dorato provengono dai risultati di alcuni indagini avviate dai Carabinieri Forestali di Parma che da un anno collaborano nelle ricerche sull’espansione di Canis aureus in Italia che si sono messi in contatto con il distaccamento CC biodiversità di Sabaudia.

Dopo un’attenta verifica, il Comando di Sabaudia ha inviato alcune immagini registrate dalle foto trappole tese al monitoraggio dei lupi nella zona del Circeo (Latina).

“Alcune di esse sembravano poter essere riferite allo sciacallo dorato ma attendevano determinazione certa. In effetti in almeno cinque di queste immagini si vede con certezza uno sciacallo dorato eurasiatico, forse lo stesso ripreso più volte nello stesso periodo”. Dichiara Luca Lapini.

L’ipotesi è che l’esemplare provenga da Prato che in linea d’aria ci sono circa 250km di distanza da Sabaudia. Potrebbe trattarsi di un movimento di dispersione dei giovani maschi che arrivano a percorre fino a 220 km dal branco.

“Questo primo pioniere laziale ripreso ad una così grande distanza dalla località toscana più vicina potrebbe essere spiegato con quest’ultima ipotesi, oppure supponendo che fra la stazione toscana in parola e la zona del Circeo ci siano altri gruppi familiari finora sfuggiti alle indagini”. Sostiene l’esperto.

Tuttavia, secondo Lapini, l’ipotesi più verosimile è che fino ad oggi la presenza dello sciacallo dorato nel Lazio sia passata inosservata come verificatosi in altre regioni.

Infatti, viene facilmente confuso con cani, volpi o lupi giovani.

Nell’assicurare di proseguire le ricerche e le verifiche, alla luce di questo avvistamento, Lapini ha invitato gli appassionati e gli esperti “a riguardare con attenzione le immagini di lupi raccolte dalle foto trappole in Italia centrale” in quanto ormai è confermata la sua presenza nel Lazio.

sciacallo dorato
Sciacallo dorato avvistato nel Lazio

Origini dello sciacallo dorato

Lo sciacallo dorato, scientificamente Canis aureus, è un canide lupino di medie dimensioni. La specie è diffusa dall’India all’Europa orientale. Negli ultimi 30 anni si sta estendendo in Italia.
Spesso viene confuso con un piccolo lupo o con la volpe. La taglia adulta è di circa la metà del lupo.

Una specie protetta considerata a rischio minimo di estinzione, in quanto, riesce ad adattarsi agli ambienti, riuscendo a cibarsi di qualsiasi cosa. Infatti, lo sciacallo dorato viene considerato uno “spazzino” trovando numerose fonti di cibo come carcasse, vegetali, frutta, vermi, ma anche sterco di vacca e infine, non disdegna la spazzatura.

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E’ un animale socievole che tende ad essere solitario o vive in coppia con i cuccioli, formando gruppi familiari di 4-5 individui. Schivo con l’uomo, non è pericoloso per gli animali domestici, essendo a sua volta preda per i lupi. La specie contribuisce pertanto al mantenimento di un equilibrio nell’ecosistema.

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