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Le ossa possono ricrescere? Scoperta una tecnica “miracolosa” per ricreare ciò che alcune malattie distruggono

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Carlotta Degl'innocenti

L’universo è armonia e frequenza. Ogni elemento che ci circonda, ogni materia ha una sua propria vibrazione. Alberi, piante, minerali, esseri viventi. Attraverso queste vibrazioni, tradotte in suoni e frequenze è possibile entrare in risonanza tra elementi.

Tutto ciò, era molto distante e rigettato dalla scienza empirica moderna. Eppure, numerose scuole, perlopiù di medicina tradizionale, hanno contribuito a tramandare determinati saperi.

Ricrescita ossea con onde sonore

L’empirismo ha imposto una conoscenza che doveva essere dimostrabile e ripetibile. Grazie alla tecnologia contemporanea è ora possibile applicare alcune di queste conoscenze. Quello che da millenni è stato trasmesso, oggi viene integrato dalla scienza. A cominciare dal suono e dalle vibrazioni come terapia curativa. Questo, i monaci buddisti già lo sapevano.

La ricerca sta facendo passi da giganti in diversi ambiti. Dalle staminali all’editing genetico.

E ora, attraverso il suono, nello specifico con le onde sonore ad alta frequenza, è possibile trasformare le cellule staminali in cellule ossee e accelerare la ricrescita ossea. E’ uno degli straordinari progressi dell’ingegneria dei tessuti grazie al quale, ipotizzano i ricercatori, si potrebbe in futuro aiutare i pazienti a far ricrescere le ossa perse a causa di un tumore o nelle malattie degenerative.

Ricrescita delle ossa

L’ingegneria dei tessuti è un campo emergente che mira a ricostruire ossa e muscoli sfruttando la capacità naturale del corpo umano di guarire se stesso e autorigenerarsi. Questo procedimento era noto anche come tecniche bioinformative sviluppato da un gruppo di ricercatori entrati a fare parte dell’Accademia delle scienze in Russia, come Arcadij Petrov.

Un nuovo studio condotto dal team di ricerca RMIT ha mostrato che le cellule staminali trattate con onde sonore ad alta frequenza si sono trasformate in cellule ossee in modo rapido ed efficiente.

A differenza di diversi studi antecedenti, il nuovo trattamento si è dimostrato efficace su più tipi di cellule, comprese le cellule staminali derivate dal grasso, meno dolorose da estrarre da un paziente rispetto a quelle che erano estratte dal midollo osseo.

Inoltre, fino ad oggi, i processi sperimentali per trasformare le cellule staminali adulte in cellule ossee richiedevano non solo strumentazioni complesse. Questi trattamenti erano anche molto costosi tanto da rendere difficile una loro diffusione a livello clinico.

Dispositivo ingegneria dei tessuti con onde sonore

L’ingegneria dei tessuti

Le onde sonore ad alta frequenza utilizzate nel trattamento con cellule staminali sono state generate su un dispositivo a microchip a basso costo sviluppato da RMIT. Questo significa che potrà essere esteso e diventare un trattamento che potrà aiutare numerosi pazienti in tutto il mondo.

La co-responsabile ricercatrice, la dott.ssa Amy Gelmi, ha lei stessa dichiarato che questo nuovo approccio è più rapido e più semplice rispetto ad altri metodi.

“Le onde sonore hanno ridotto di diversi giorni il tempo di trattamento solitamente richiesto per far sì che le cellule staminali inizino a trasformarsi in cellule ossee. Inoltre non richiede alcun farmaco speciale che stimoli le ossa ed è molto facile da applicare alle cellule staminali”.

Si tratta di un approccio che, in realtà, ha un gran potenziale nel trattamento delle cellule staminali che vengono poi impiantate o iniettate nel corpo per l’ingegneria dei tessuti.

Lo studio: interazione dei suoni

La ricerca, pubblicata nel mese di gennaio 2022 sulla rivista Small, è stata guidata dal professor Leslie Yeo e dal suo team e condotta per un decennio. I ricercatori hanno analizzato l’interazione delle onde sonore a frequenze superiori a 10 MHz con materiali diversi.

E’ stato creato un dispositivo che genera onde sonore e che può essere utilizzato per manipolare con precisione cellule, fluidi o materiali.

“Possiamo usare le onde sonore per applicare la giusta quantità di pressione nei punti giusti alle cellule staminali, per innescare il processo di cambiamento”. Leslie Yeo

Leggi anche>>>Una speranza per la cura delle malattie neurodegenerative: gli scienziati hanno ricostruito un cervello umano

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