Dopo essere finito al centro delle notizie in seguito all’omicidio della fidanzata, la vita del campione paralimpico è drasticamente cambiata.
Conosciuto anche come “the fastest man on no legs” (il più veloce uomo senza gamba) e “Blade Runner” (in riferimento al noto film), Oscar Pistorius ha raggiunto la notorietà come velocista e campione paralimpico.
Nato in Sudafrica, a soli 11 mesi ha subito un intervento di amputazione delle gambe. Pistorius, infatti, è nato con una grave malformazione ai piedi e senza peroni. Nonostante ciò, ben presto si è avvicinato agli sport, senza perdere la determinazione.
Al liceo ha iniziato a praticare rugby e pallanuoto. In seguito ad un infortunio, ha cominciato a dedicarsi all’atletica leggera. Nel 2004 ha partecipato per la prima volta ai Giochi paralimpici di Atene. A soli 17 anni si è aggiudicato il bronzo sui 100 metri piani e l’oro sui 200 metri piani.
In seguito, il campione ha deciso di competere non solo alle Paralimpiadi ma di tentare anche con le Olimpiadi. Pistorius è stato il primo atleta con un’amputazione ad ottenere una medaglia in una competizione per normodotati, vincendo l’argento ai Mondiali di Taegu (in Sudafrica) nel 2011.
Nel 2012 ha partecipato ai Giochi olimpici di Londra, passando alla storia come il primo campione amputato a prendere parte ai Giochi olimpici nell’atletica leggera. L’anno successivo, la sua promettente carriera si è fermata in seguito all’omicidio della sua fidanzata.
L’omicidio di Reeva Steenkamp
Pistorius è stato arrestato il 14 febbraio del 2013 con l’accusa di aver sparato a Reeva Steenkamp nel giorno di San Valentino. La 29enne era una modella e assistente legale sudafricana, uccisa con 4 colpi di pistola mentre era nel bagno dell’abitazione in cui convivevano.
L’atleta ha sempre sostenuto di non aver tolto la vita alla sua compagna intenzionalmente. Secondo le sue dichiarazioni, le avrebbe sparato convinto che fosse un intruso attraverso la porta del bagno chiusa.
Dopo aver ottenuto la libertà su cauzione, nel 2014 ha avuto inizio il suo processo nella capitale sudafricana Pretoria. Dichiarato colpevole di omicidio colposo grave, è stato condannato a 5 anni di carcere per omicidio colposo e 3 anni per possesso illegale di armi.
Pistorius è stato in carcere per un anno per poi essere spostato in detenzione domiciliare nel 2015. La procura sudafricana ha presentato un appello contro tale sentenza e, nel 2016, l’atleta ha ricevuto una pena di 6 anni. L’anno successivo, la sua condanna è stata aumentata a 13 anni e 6 mesi.
L’avvio delle procedure per la libertà vigilata
Oggi l’atleta condannato per l’omicidio della fidanzata potrebbe uscire presto dal carcere. Pistorius ha scontato metà della sua condanna, che corrisponde al minimo necessario per poter procedere con le pratiche per la libertà vigilata.
L’avvocata della famiglia di Reeva Steenkamp, Tania Koen, ha spiegato che tale requisito non basta per la semilibertà. Prima, l’atleta dovrà avere dei colloqui preliminari con i genitori della modella, in base al codice penale sudafricano.
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Secondo la legge, infatti, per ottenere il diritto alla libertà vigilata è necessario che si raggiunga un accordo tramite degli incontri con i parenti della vittima. A questi parteciperanno anche mediatori, psicologi e assistenti sociali.