E’ l’eroe di molti italiani. Ha dato alla campagna vaccinale la svolta che l’ha trasformata in un’operazione militare di successo. Purtroppo però soffre di un grave vizio che rischia di costargli molto chiaro. Una rivelazione che ha sconcertato gli italiani.
Esiste l’uomo perfetto? Fino a oggi potevamo pensare di sì. Il suo nome era Figliuolo, generale Francesco Paolo Figliuolo. Un uomo, una garanzia. Caparbio, preciso, affidabile perfetto.
Un uomo del sud diventato alpino grazie alla forza della sua volontà. E non un alpino qualunque, di quelli con un mulo di fianco e un cannone in ispalla. Ma un generale a quattro stelle degli alpini, pezzo grosso, grossissimo. E pezzo grosso con pieno merito. Non uno di quei generali che vivono di connessioni col potere, camarille, trenini di carriera, promozioni automatiche. Ma un generale nella branca militare più seria e più fondamentale che ci sia: la logistica.
“I dilettanti si occupano di strategia, i professionisti parlano di logistica”
L’immortale massima del generale Bradley, responsabile della macchina da guerra americana che ha schiacciato i nazisti durante la seconda guerra mondiale, coglie un punto essenziale della preparazione di una campagna militare, in ogni tempo e in ogni scenario.
Non serve a nulla avere le idee più brillanti, i soldati più disciplinati, gli armamenti più scintillanti e all’avanguardia. Quando la logistica si inceppa, quando i rifornimenti, il carburante, le munizioni, il cibo per i soldati, i camion non arrivano, tutto va in frantumi. L’armata rimasta si sbanda, viene travolta, la catastrofe si abbatte su di lei.
Il Generale Francesco Paolo Figliuolo ha fatto la sua carriera, campagna dopo campagna, dai teatri lontani come l’Afghanistan a quelli solo apparentemente meno ostili, come l’hub vaccinale dietro l’angolo, occupandosi di logistica e organizzazione. Il rifornimento giusto, nella quantità giusta, al momento giusto.
Un vizio che nessuno perdona
Una legge non scritta dice che tanto è maggiore la considerazione di cui gode l’eroe, tanto più devastante sarà il vizio nascosto che lo farà cadere. Per chi ricorda Achille e il suo tallone, Sansone e i suoi capelli, la considerazione sarà familiare.
In una recente intervista a Beppe Severgnini, il generale Figliuolo ha svelato un punto debole davvero insospettabile, un “vizio di fabbrica” che si porta dietro da sempre e che prima o poi potrebbe costargli molto caro. E’ vanitoso. Molto vanitoso. Lo ha ammesso lui stesso rispondendo a una precisa, ficcante domanda del giornalista cremasco.
E in un mondo in divisa, in cui il “fly down” fino a destinazione dovrebbe essere la regola per evitare le attenzioni del nemico, la vanità non è un vizio che si perdona facilmente.
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A meno, forse, che a essere vanitoso sia il generale. “Generale a quattro stelle”, ha tenuto a precisare Figliuolo.