Il mondo discute di sanzioni alla Russia in grado di fermare la guerra. Nel frattempo il più grande sito erotico del mondo scende in campo con una mossa che potrebbe rivelarsi decisiva.
In guerra, a volte sono le armi anticonvenzionali a risultare decisive. E lo stesso può succedere per la guerra alla guerra. Mentre il mondo si interroga sulle misure più efficaci per fermare il conflitto scatenato da Putin in Ucraina, ognuno cerca di fare quello che è in suo potere per incidere in modo efficace su una situazione drammatica.
Una delle mosse inattese ma certamente più dolorose arriva dal sito erotico più grande del mondo, un gigante da 100 milioni di contatti giornalieri, da tutto il mondo.
Un sito che con i suoi picchi e i suoi rallentamenti di traffico segna il tempo di tutto ciò che succede nel mondo.
Tra i più appassionati seguaci seguaci del sito (oltre che tra i più entusiasti creatori di contenuti) ci sono i russi. Un paese dove l’inverno è lungo, rigido e la necessità di un po’ di riscaldamento fuori dagli schemi è dunque più sentita.
Nessuno ama colpire la popolazione civile. Ma le sanzioni servono purtroppo a questo: creare difficoltà impreviste, malumore e quindi minare il consenso popolare alle imprese belliche di dittatori e affini.
È questo l’obiettivo di sanzioni che stanno maturando con difficoltà nelle discussioni tra i leader politici di tutto il mondo: prima fra tutte la disconnessione del sistema bancario e finanziario russo dal circuito di pagamenti SWIFT. Una mossa costosissima anche per i paesi che sono partner commerciali della Russia, e che dal paese di Putin acquistano gas e petrolio. Ma che nelle intenzioni di chi l’ha studiata, dovrebbe portare al collasso tutto il sistema finanziario russo. Un grosso problema per gli oligarchi che sostengono Putin, ma anche per l’uomo della strada, di cui si spera la rivolta contro il regime.
Una sanzione che colpisce subito al cuore (più o meno)
C’è un modo più rapido ed efficace per svegliare le coscienze? Pornhub ha deciso di sì: togliendo l’accesso alle sue delizie erotiche a tutti gli account geolocalizzati in Russia.
E non solo. A chi cerca di collegarsi con il sito appare una bandiera ucraina e un messaggio che condanna la guerra di Putin e offre sostegno al popolo ucraino aggredito.
Una sanzione durissima, come il dittatore russo ha già avuto modo di sperimentare nel 2016. Allora cercò di varare una legge che avrebbe portato alla chiusura del sito neroarancio. Ma le proteste furono tali in tutta la Russia che Vladimir il duro dovette rapidamente, e per la prima volta, tornare sui suoi passi.
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Potrebbe succedere anche questa volta? Il mondo attende col fiato sospeso.