Guai giudiziari per la cantante neomelodica: incide e promuove il disco coi soldi del reddito di cittadinanza

Il suo sogno era di incidere un album: Agata Arena è stata fermata prima di poterlo realizzare dalla polizia. Ecco l’assurda vicenda accaduta a Librino, in Catania.

Agata Arena, soprannominata Agatina e conosciuta anche come “la regina di Palermo”, ha sempre sognato di incidere un album. Cantante neomelodica di Librino, un quartiere in Catania, ha cercato di realizzare le sue ambizioni. Peccato che per farlo abbia optato per l’illegalità.

Agata Arena la cantante denunciata | Web Source
Agata Arena la cantante denunciata | Web Source

Gli agenti del commissariato di Librino hanno scoperto tutto dopo aver fatto irruzione in un minimarket all’interno di uno stabile in viale San Teodoro.

La scoperta degli agenti

La polizia si è recata presso uno stabile di viale San Teodoro di proprietà del Comune ma occupato abusivamente. Al suo interno, un minimarket senza licenza con alcuni cartelloni pubblicitari ritraenti il volto di Agatina Arena.

La donna era intenzionata a pubblicizzare l’uscita del suo primo album discografico. Interrogata dagli agenti, ha affermato di essere una cantante neomelodica e di aver investito 3mila euro per poter incidere il suo disco.

Agata aveva già pubblicato quattro brani con una nota casa discografica ed era in procinto di far uscire il quinto. Le mancavano, però, i soldi per poter terminare il disco composto da otto singoli.

I poliziotti, in seguito, hanno proseguito con i controlli per rendersi conto che tre persone del nucleo famigliare della cantante stavano lavorando nel minimarket abusivo. Queste persone, però, avevano anche dichiarato di essere disoccupate all’INPS.

In questo modo Agata aveva cominciato a recepire il reddito di cittadinanza che le sarebbe spettato per 18 mesi a partire da luglio, con un importo equivalente a 709,99 euro. Con questi soldi avrebbe potuto, quindi, completare l’incisione del suo primo album.

Come se non bastasse, la cantante ha riferito agli agenti di essere residente presso una casa popolare, che le sarebbe stata assegnata dal comune di Belpasso. In realtà è emerso che la donna aveva il domicilio a Catania, proprio in viale San Teodoro.

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Il padre di Agata, Alessandro Arena, è stato denunciato insieme alla figlia e alla moglie con l’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Alessandro, inoltre, è il fratello di Giovanni Arena. Quest’ultimo è stato un super latitante, arrestato nel 2011 dopo 18 anni in fuga.

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