Traffico dei cuccioli e sfruttamento degli animali. Un mercato proficuo da milioni di euro l’anno. Quando gli animali sono solo moda e merce.
Il traffico illegale dei cuccioli è un fenomeno che da diversi anni ha creato una rete internazionale con smercio di animali provenienti soprattutto dall’est Europa. Un commercio illegale al quale sono collegati allevamenti che non rispetto il benessere degli animali.
Ancora una volta il traffico dei cuccioli è stato al centro di un’indagine condotta dall’inviata di PresaDiretta, Lisa Iotti che ha realizzato un reportage intitolato “Amore bestiale”, andato in onda lo scorso 21 febbraio su Rai3.
La giornalista si è finta una buyer italiana infiltrandosi nel mercato illegale di cuccioli in Ungheria. Ripercorrendo la tratta dei cuccioli, la giornalista ha mostrato quanto sia facile acquistare cuccioli di ogni razza, soprattutto di piccola taglia per pochissimi euro.
Purtroppo questi animali spesso non hanno completato il ciclo vaccinale, perché un cucciolo a tre mesi non interessa più. A questo si aggiunge le pessime condizioni in cui vengono allevati, per cui il 15% dei cuccioli giunti in Italia muore entro il primo anno di età. Sempre secondo le statistiche, quattro cani su dieci provenienti da questi allevamenti, muoiono entro i cinque anni. Accoppiamenti congeniti, scarsa cura e assenza di una selezione legata alle malattie genetiche ereditarie, infezioni, batteri e molte altre patologie che condannano il cucciolo.
Il commercio rientra in una rete di criminalità organizzata. I cuccioli sono trasportati in condizioni terrificanti, accatastati nei bagagliai delle macchine o nei furgoni. Senza acqua o cibo, arrivano stremati e molti muoiono al loro arrivo.
Il traffico non riguarda solo l’Italia ma tutta l’Europa Occidentale. Secondo la Eu Dog & Cat Alliance, unione di 90 organizzazioni europee tra cui associazioni di veterinari e ong, il veicolo maggiore per la vendita di questi cuccioli è la rete. Ogni giorno in tutta Europa si contano più di 438mila annunci di cani e 80mila di gatti sui principali siti web d’Europa.
Per contrastare questo fenomeno, alcuni paesi come la Francia o il Belgio, hanno introdotto delle legge severi con le quali hanno vietato gli annunci e il commercio degli animali online.
Questo commercio è alimentato dalla moda che crea le tendenze di alcune razze. Attraverso gli anni, si sono susseguite molte mode: dai cani bobtail, ai doberman, pastori tedeschi, fino ad oggi che a causa dei social e la diffusione dei video sono esplose le razze molossoide e di piccola taglia. Una realtà che traina un grosso giro d’affari con un indotto come nel pet food che, in epoca pandemica, è stato addirittura l’unico settore a non aver subito crisi.
Dagli alimenti, ai farmaci e cure veterinarie, agli accessori. Gli animali domestici sono doppiamente vittime: sfruttamento negli allevamenti e traffico illegale ma anche interessi economici del mercato petfood e petcare.
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