I cani ci allungheranno la vita: lo studio sull’invecchiamento ha scoperto qualcosa di straordinario

Lo studio dell’invecchiamento dei cani può contribuire a prolungare la vita anche degli umani. 

Fino a qualche anno fa si riteneva che un anno di un cane equivaleva a sette anni umani. Studi più recenti hanno sfatato questo mito. Infatti, questa statistica varia in base alle razze e alle dimensioni del cane. Esemplari di taglia grande, ad esempio invecchiano dieci volte più velocemente dell’essere umano così come gli esemplari di piccola taglia invecchiano in maniera più lenta.

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Cane anziano

Lo studio dei geni dei cani potrebbe rivelarsi un’opportunità per capire il funzionamento dell’invecchiamento anche umano. E’ quanto teorizzato da un gruppo di studiosi, pubblicato sulla rivista Nature, con il quale viene annunciato un progetto di ricerca intitolato “Dog Aging Project” sul patrimonio genetico del migliore amico dell’uomo.

Secondo i ricercatori, attraverso lo studio dei genomi dei cani, soffermandosi sugli esemplari più longevi che arrivano anche a 20 anni, si può capire non solo perché alcuni esemplari vivono così a lungo ma anche applicarlo alle persone.

Il professore Daniel Promislow, dell’Università di Washington e principale ricercatore dello studio ha spiegato che “dato che i cani condividono l’ambiente umano e hanno un sofisticato sistema sanitario, ma hanno una vita molto più breve delle persone, offrono un’opportunità unica per identificare il patrimonio genetico, ambientale e fattori di stile di vita associati a una vita sana”.

Biomarcatori dell’invecchiamento de cani

Nell’ambito del progetto di ricerca a lungo termine “Dog Aging Project” saranno studiati i genomi di 10.000 cani.

“Questo sarà uno dei più grandi set di dati genetici mai prodotti per i cani e sarà una potente risorsa non solo per comprendere il ruolo della genetica nell’invecchiamento, ma anche per rispondere a domande più fondamentali sulla storia evolutiva e sull’addomesticamento dei cani”. E’ quanto sostiene il professore Joshua Akey, dell’Università di Princeton.

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Un cane anziano con un cucciolo

Una parte della ricerca sarà dedicata al confronto del DNA dei cani longevi e di quello meno longevi della stessa razza. L’obiettivo sarà quello di individuare le differenze genetiche che contribuiscono a una longevità eccezionale.

In questo modo, i ricercatori sperano di identificare biomarcatori specifici dell’invecchiamento canino.

L’individuazione dei biomarcatori e del funzionamento dell’invecchiamento è un progetto ambizioso e importante per l’intera comunità scientifica. Non solo migliorerà la salute del cane ma anche quella dell’uomo.

Questo perché, ricordano i ricercatori, il cane ha un processo di declino funzionale e malattie degenerative legate all’invecchiamento simili a quello umano. Inoltre, il sistema sanitario e veterinario sono in molti casi paralleli e infine, i cani condividono gli stessi ambienti e stili di vita delle persone, fattori determinanti dell’invecchiamento che non possono essere replicati a livello di laboratorio.

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