Nato a Palermo 75 anni fa, Beppe Furino è stato una bandiera della Juventus e della nazionale. Modesto, grintoso, combattivo. Il suo ultimo avversario è stato l’emorragia cerebrale.
Beppe Furino è l’immagine di un calcio che non smetterà mai di vivere nei ricordi di tutti. Un calcio modesto, o quantomeno più modesto di oggi, fatto di uomini duri cresciuti nelle periferie e di rari angeli della pelota. Costretti a vivere una vita difficile.
Tra tutti i duri del calcio, Furino era il più duro di tutti. Duro, difficile e roccioso. Mai vinto fino all’ultimo. Mai nemmeno arreso alla tentazione della scorrettezza. Duro ma giusto, come si direbbe oggi.
La sua vita in campo è stata la Juventus. Quella vecchia signora fatta perlopiù di rudi proletari della palla, che in Italia ha vinto tutto, e poi lo ha rivinto fino a diventare un’ossessione. Beppe Furino ci ha giocato per quindici anni, dal 1976 al 1983. In maglia bianconera ha vinto 8 scudetti, 2 Coppe Italia. Un palmares tutto italiano, con tanti rimpianti internazionalli. Restano 1 Coppa UEFA e 1 Coppa delle Coppe. Ma sono rimaste un sogno, dopo tre finali persi sia la Coppa dei Campioni che il Campionato del Mondo, a cui partecipò nel 1970 con l’Italia. La storica spedizione del Messico, la prima finale dopo i successi di anteguerra, è restata fino al 1982 nella memoria degli italiani come una memorabile quasi-vittoria.
Furino era un mediano da mischia che non conosceva la fatica. Un piccoletto durissimo e determinato come un bulldog, l’incubo dei campioni che si infrangevano contro la sua muraglia.
Era un corridore veloce e che non si arrendeva mai. Un marcatore a uomo capace di azzerare la superiorità tecnica di principi della palla come Sandro Mazzola e Gianni Rivera.
La sofferenza, l’emorragia e il ricovero
Beppe Furino è stato ricoverato il 23 febbraio per una grave emorragia cerebrale. Era provato da una terribile sofferenza per la perdita della moglie Irene, sconfitta dal Covid.
Si sentiva in colpa, per avere portato il virus a casa, e avere contagiato tutti. Una epidemia domestica che è velocemente precipitata, costando la vita alla moglie.
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L’emorragia cerebrale ha colpito Giuseppe Furino sul lato destro e lo ha privato della parola. I medici definiscono la sua situazione “molto grave” ma escludono per ora l’intervento chirurgico.