Ordine di cattura per il famoso attaccante del Milan, la sentenza è chiara: “E’ stato stupro di gruppo”

I calciatori sono gli dei dei giorni nostri. Osannati da tifosi e società, coccolati dalla stampa, a volte si sentono al di sopra della legge che governa i comuni mortali.

Guadagnare fior di milioni per giocare a pallone, per far qualcosa che nasce come divertimento, può dare alla testa, soprattutto se non si ha la maturità per gestire fama, popolarità e denaro. Per alcuni è tutto dovuto in virtù del loro essere campioni ed essere fautori della vittoria della loro squadra. Un successo effimero quando va bene, ma che in alcuni casi può sfociare in atteggiamenti discutibili, ed a volte, anche illegali ed ignobili.

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Che non succeda mai più /Foto di Ulrike Mai da Pixabay

La vicenda

Una sera del 2013, un gruppo di cinque ragazzi di bella presenza e buone sostanze, tra cui un calciatore di fama, in forza al Milan, Robson de Souza Santos, “Robinho”, aggrediva e stuprava a turno una ragazza albanese che lavorava in un locale “fashion” milanese, zona Bicocca. Il locale è noto alle forze dell’ordine per essere stato teatro di risse in più occasioni.

Robinho
L’ex attaccante del Milan Robinho (web source)

La ragazza era nel locale per festeggiare il suo compleanno con le amiche. Il calciatore era lì non solo con gli amici, ma anche con la moglie. Ad un certo punto della serata, l’attaccante ha accompagnato la moglie a casa, per poi rientrare nel locale dove i suoi compari avevano già provveduto a far bere abbondantemente la ragazza, provocando in lei uno stato di semi-incoscienza e comunque l’impossibilità di opporsi alla vile aggressione.

Portata nel guardaroba, fu violentata a turno dal gruppo di brasiliani. A cominciare, secondo le ricostruzioni investigative, sarebbe stato proprio Robinho che poi tornò a casa, lasciando la giovane alla mercè dei suoi amici.

Dalle intercettazioni è emerso un quadro miserabile dei personaggi coinvolti, che hanno rivolto alla ragazza offese “crude e sprezzanti”, certi com’erano, di cavarsela.

La sentenza e il mandato di cattura

In questi giorni, la magistratura italiana ha confermato la condanna di Robinho e dell’unico amico identificato all’epoca, a 9 anni. Purtroppo, come è ovvio, il calciatore ha da tempo lasciato l’Italia e si trova attualmente nel suo paese, in Brasile. La condanna definitiva ha, però, avuto delle conseguenze. L’attuale squadra di Robinho, il Santos, considerata la sua condotta, gli ha rescisso il contratto. E’ partita anche una richiesta di estradizione per lui ed il suo compare.

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La Costituzione del Brasile, però, non ammette estradizione per i propri cittadini neanche in casi gravi come questi. Ancora una volta, la violenza sulle donne non sarà punita.

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