In questi due anni abbiamo imparato molto sul virus che ci ha colpito e di quanto possano essere subdole e pericolose le varianti. Ma tutto questo potrebbe essere giunto al termine.
Da quando il Covid è diventato il terribile compagno della nostra vita sono già passati due anni. Il nostro modo di vivere e gestire le relazioni si è dovuto adeguare ad un virus subdolo, che colpisce e si evolve, costringendo noi tutti a tenere sempre la guardia alta.
Un po’ di storia
Tutto comincia nel 2019 in una città della Cina sconosciuta ai più: Wuhan. Una strana polmonite comincia a colpire le persone che lavorano e frequentano il mercato degli animali vivi. La Cina ci metterà un po’ di tempo prima di scoprire la trasmissibilità da uomo a uomo, lasciando in questo modo, il virus libero di diffondersi.
Il virus, già. Si tratta di un virus che appartiene alla famiglia del raffreddore, ma non è altrettanto innocuo. A febbraio scoppia il caso Lombardia con il paziente 0 di Codogno. Da lì in avanti è stato un delirio di numeri e morti. I lockdown, gli striscioni “andrà tutto bene”, la processione delle bare sui camion militari. Sembrava non dovesse finire mai.
Poi sono arrivati i vaccini e abbiamo cominciato tutti a vedere un po’ di luce, ma nessuno immaginava l’ondata di rancore tra le opposte fazioni no-vax VS pro-vax. E poi le varianti, perché un solo coronavirus non era abbastanza, prima Delta, poi Omicron. Una sola dose di vaccino non basta, c’è la seconda e poi la terza dose. Ma forse, tutto questo, finalmente, potrebbe essere alla fine.
Un vaccino “omnicomprensivo”
È di questi giorni la notizia che l’Iss è sulla buona strada per arrivare alla formulazione di un vaccino basato su una proteina che è comune in tutte le varianti Covid, la proteina N. Questo vaccino mostra una protezione di lunga durata anche in presenza di una potente carica virale. I primi test stanno dando buoni risultati, alimentando la speranza di un vaccino, per così dire, definitivo. Il nuovo vaccino attualmente in studio sarebbe in grado di generare una memoria immunitaria a livello dei polmoni e questo riuscirebbe a dare una protezione, una immunizzazione di lunga durata.
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I test, per il momento, sono stati eseguiti solo sui topi, per la sperimentazione umana ci vorrà ancora del tempo, anche se questa strada sembra la più promettente per ottenere una definitiva sconfitta del Covid.