Enrico Montesano non ce l’ha fatta, ha perso la sua battaglia | Se solo avesse indossato la mascherina…

Drammatici sviluppi nella lotta di Enrico Montesano. Fino all’ultimo i suoi cari hanno sperato che ce la facesse. Ma alla fine la sentenza è arrivata.

Enrico Montesano era diventato un idolo dei no-vax per l’energia che aveva messo nella sua lotta contro le mascherine prima, i vaccini poi e infine anche contro il Green Pass.

Enrico Montesano_ l'ultima battaglia gli è stata fatale | Web Source
Enrico Montesano_ l’ultima battaglia gli è stata fatale | Web Source

Una battaglia senz’altro discutibile, che ha avuto molti avversari e che è stata attaccata da molti. Ma combattuta in nome della libertà, con lo spirito scanzonato e guascone che ha sempre caratterizzato il comico romano.

Enrico Montesano: l’ultima tragica battaglia

Enrico Montesano è nato a Roma, naturalmente, il 7 giugno 1945.

E di una romanità gioiosa, approssimativa, ridanciana e fatalista è stato per tutta la vita l’interprete. Il suo territorio era il teatro, tanto quanto il cinema e la televisione.

Il debutto nel 1966 avviene in contemporanea a teatro e al cinema, con una pellicola che, col senno di poi, si può definire il suo testamento artistico e politico: “Io non protesto, amo”.

In televisione passa da un successo all’altro fino a vincere la Rosa d’oro di Mentreaux con il varietà Quantunque io. Torna al cinema con Rugantino, nello stesso anno. 

E così via, risata dopo risata, a costruire un personaggio che gli italiani hanno sempre sentito intensamente loro: approssimativo, disordinato, incapace di pianificare, progettare, costruire. Eppure felice.

Il suo capolavoro è forse il personaggio di “Er Pomata” in “Febbre da cavallo” di Steno. Un cult assoluto, nel quale accanto a Gigi Proietti scolpisce una coppia che rappresenta l’inevitabilità del fallimento, in qualunque forma e campo. Il progetto sballato e dissennato come speranza, destinata comunque a rimanere delusa. 

Qualcosa di simile Montesano ha costruito con il suo impegno “politico” in tempo di pandemia. Un impegno dal linguaggio, dalla logica e dalle conseguenze che sembrano uscire al naturale dal suo personaggio più famoso. Un “Er Pomata” fatto attivista, con lo stesso spirito. Ma purtroppo conseguenze ancora più devastanti.

Er Pomata e Gigi Proietti in uno dei momenti catastrofici di Febbre da Cavallo | Web Source
Er Pomata e Gigi Proietti in uno dei momenti catastrofici di Febbre da Cavallo | Web Source

Andrea Scanzi, anch’egli non nuovo a comportamenti ed affermazioni -diciamo così- avventurose, l’ha preso di mira con forza definendo il suo comportamento “deficiente”

“Er Pomata” ci avrebbe fatto una risata ma il Montesano in carne e ossa, a cui forse l’età ha fatto perdere un po’ di senso dello humor, ha voluto trascinare la questione in tribunale, denunciando il giornalista.

Il gip di Arezzo ha archiviato il caso, riconoscendo la definizione come legittima. Oltre alla beffa di Scanzi, per Montesano, c’è il danno che da adesso definire il suo comportamento “deficiente” è ufficialmente autorizzato da un tribunale italiano.

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Nemmeno “Er Pomata” era arrivato a tanto. Se avesse messo la mascherina non sarebbe successo.

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