Ricordate Boy George? Oggi è un altra persona: il leader dei Culture Club ha cambiato “mestiere”

Chi non ricorda le canzoni dei Culture Club? Sono state la colonna sonora di una generazione che ora appartiene alle persone “mature”, ma il loro leader ora, come allora è un innovatore.

Do you really want to hurt me, Karma Chameleon e tantissime altre risuonano nella mente di ex ragazzi degli anni Ottanta e sono frutto del genio di  un uomo che si è sempre proposto come precursore dei tempi e curioso di nuove forme d’arte. Parliamo di Boy George, l’ex leader dei Culture Club.

Boy George negli anni 80
Boy George negli anni 80 (web source)

George Alan O’Dowd

George Alan O’Dowd, questo è il vero nome di Boy George, nasce a Londra in una famiglia della classe operaia. I rapporti con suo padre non sono dei migliori, il genitore è un violento. Già da ragazzino si truccava pesantemente e viene notato da Malcolm Mc Laren, il fondatore dei Sex Pistols, che lo ingaggia per esibirsi con i Bow Wow Wow di Annabella Lwin. Il gruppo era stato creato dallo stesso Mc Laren per promuovere la griffe dell’allora sua compagna, la stilista Vivienne Westwood.  Ma George, Annabella e Malcolm hanno caratteri forti e finiscono per fare scintille.

Abbandonata questa esperienza, George non abbandona però l’idea di avere una band e continuare con la musica.

Nel 1981 con Roy Hay, Mikey Craig e Jon Moss formerà l’iconico gruppo dei Culture Club. Durante la loro breve esistenza (se si esclude la solita reunion per rinverdire il passato), dal 1981 al 1986, la band ha prodotto capolavori come l’album Colours by numbers che è nella classifica dei migliori 100 album degli anni Ottanta, oltre ad aver venduto 50 milioni di dischi. La gran parte delle canzoni, le migliori di quel periodo, George le scrive per Jon Moss, il batterista, con cui aveva una relazione segreta, che Jon, sposato e padre, non voleva rivelare. Nel 1984 i Culture Club sono ospiti al Festival di Sanremo, ma all’aeroporto di Nizza lo fermano perché diranno allora i funzionari: «Sul passaporto c’è la foto di un uomo, ma noi qui vediamo una donna».

Dopo i Culture Club

L’ex frontman del gruppo ha conosciuto momenti veramente duri, soprattutto per l’abuso di alcol e droghe pesanti, ingrassa a dismisura, salvo poi redimersi e scoprirsi vegano e salutista.

E’ un artista a tutto tondo ed espone come pittore. La sua prima esposizione di tele e serigrafie si chiama Scarman & Other Imperfections. Di questa nuova fase della sua vita dice «Ho sempre utilizzato l’arte per esprimermi, in quello che indosso, in ciò che penso e in ciò che sono”.

Pochi giorni fa Boy George ha aggiunto un nuovo tassello alla sua arte.

L'iniziativa
Boy George e la presentazione della sua iniziativa (Instagram)

Ha dichiarato al magazine Rolling Stone UK di stare per lanciare un nuovo progetto, CryptoQueenz, contemporaneamente all’uscita di sette nuove canzoni. Il prossimo marzo, il cantante svelerà 9.999 NFT (Non-fungible token) unici sul sito CryptoQueenz, opere d’arte da lui stesso create con il volto di Scarman e dei suoi indimenticabili cappelli.

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Gli NFT sono unici, come avessero un certificato di autenticità e unicità. Boy George è sempre stato interessato a tutti i mezzi che possono fungere da tela per l’espressione personale e in questo senso gli NFT e l’arte digitale sono un esempio perfetto.

Il cantante destinerà parte dei proventi ad enti di beneficenza, tra cui la Elton John Aids Foundation.

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