Apple contro Facebook: una lotta fra titani della comunicazione che pare aver influenzato come mai prima d’ora un settore di livello planetario. L’ultima mossa di Apple potrebbe essere stata quella decisiva, ma perché è successo tutto questo?
Quanto accaduto nelle ultime ore in uno dei settori più importanti in assoluto, quello che lega social network e dispositivi mobili (ma non solo), è di livello davvero planetario.
Come ampiamente previsto, Apple ha introdotto su iOS l’ultima versione del sistema operativo d’iPhone, l’App Tracking Transparency.
In poche parole, una nuova funzione che chiede all’utente il consenso di tracciare i dati per fini pubblicitari su app e siti web.
Ottime notizie per gli utenti, un po’ meno per le aziende che guadagnano letteralmente grazie alle pubblicità online.
Prima di entrare veramente nel vivo di questa vicenda, comunque, spieghiamo in cosa consistono le ultime novità del famoso marchio statunitense.
Quando si apre un’applicazione o si accede ad un sito internet con un iPhone, spunta sullo schermo un messaggio in cui viene chiesto il permesso per andare avanti, sottolineando che app e compagnie varie useranno i dati per misurare l’efficienza della pubblicità.
In poche parole, si può scegliere se accettare o meno. In caso contrario, non verrà riconosciuto l’Idfa (Identify for advertisers), un codice assegnato dall’azienda ai dispositivi che permette di riconoscere l’utente e conseguentemente proporgli annunci personalizzati.
Un sistema che Apple ha descritto in maniera davvero semplice. Le app possono “indirizzare” l’autorizzazione dell’utente, che a sua volta può controllare nelle impostazioni quali applicazioni hanno chiesto il permesso.
Senza dimenticare che il detentore del dispositivo può cambiare sempre le proprie scelte attraverso tre semplici passaggi (impostazioni – privacy – tracciamento).
Apple e la sua “guerra”: questione di versioni opposte
Insomma, è chiara la volontà di Apple, ma come stanno davvero le cose? Di recente, il responsabile della privacy degli utenti di Apple Erik Neuenschwander, in un’intervista a La stampa, ha dichiarato che il rifiuto degli utenti non è certo che avvenga.
E’ una semplice opzione, che magari non condizionerà in maniera pesante il mercato pubblicitario. Come ricordato da Neuenschwander, nel 2017 l’azienda aveva realizzato un sistema che impediva la profilazione incrociata sui siti web nel browser di Apple.
Si pensava che avrebbe distrutto il mercato delle pubblicità, ma così non fu. Quindi pace fra imprese? Non ci pensate neanche. Perché questa è solo ed esclusivamente la versione di Apple.
Che da quando ha introdotto l’App Tracking Transparency, ha allarmato non poche società. Nove compagnie, comprese Facebook ed Axel Springer (giornale ed editore del giornale Bild), hanno denunciato proprio Apple alla Bundeskartellamt – autorità tedesca che tutela la concorrenza.
Il grande timore delle aziende è presto detto: temono che il calo dei guadagni dovuti alle pubblicità possa raggiungere il 60%. E dovrebbero rimetterci, secondo il legale e portavoce delle compagnie, anche gli utenti.
In primis perché senza tracciamento dovranno dedicare più tempo alla ricerca per trovare offerte interessanti. Ed in secondo luogo, con meno pubblicità molte app saranno costrette a far pagare servizi che oggi sono gratuiti.
Facebook contro Apple, cosa c’è da sapere
Non ci siamo dimenticati di nominare Facebook, perché sulla faccenda ha risposto presente eccome. E’ infatti tra gli avversari più accesi. E non sorprende, visto che la pubblicità è la vera e propria fonte del suo fatturato.
A dicembre la società ha acquistato pagine su New York Times, Wall Street Journal e Washington Post per contestare queste nuove impostazioni.
Ad inizio gennaio, ha scritto una e-mail a partner e clienti, affermando che l’impatto della novità di Apple sarebbe stato incisivo. Arriviamo poi ai primi di febbraio. Meta, compagnia che controlla aziende come Facebook, è affondata in borsa proprio ieri.
La holding ha ceduto oltre il 25% a 243 dollari per azione, bruciando tutti i guadagni registrati a partire da luglio 2020.
Il colosso dei social media, che detiene pure Instagram e Whatsapp, è di fatto crollato dopo i conti trimestrali pubblicati ieri, andando a registrare la prima perdita di utenti dall’anno della fondazione.
Brutte notizie quindi da Wall Street, con la società che sta perdendo oltre 216 miliardi di dollari del suo valore di mercato. Secondo il Financial Times, si tratta del più grosso crollo di capitalizzazione mai registrato da una società quotata.
Dati sconcertanti che hanno portato Meta a puntare il dito contro Apple, che per la mega azienda sono la causa principale di questa situazione, per via delle nuove impostazioni sulla privacy degli utenti che vi abbiamo spiegato in precedenza.
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Una perdita che si stima sia di oltre dieci miliardi di dollari. Insomma, se c’è mai stata una guerra fra Meta/Facebook ed Apple, chi sta guadagnando chilometri verso i “nemici” è proprio la seconda. Ed intanto Tik Tok aumenta sempre di più iscritti e utenti, mettendo a rischio il “dominio social” di Facebook.